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Franco Rella, Scritture estreme. Proust e Kafka , Feltrinelli, 2005
di Luca Viglialoro

Scritture estreme di Franco Rella tenta un confronto tra due scrittori all’apparenza molto distanti: Proust e Kafka. Il paragone è pericoloso. Già Benjamin, in una lettera del ’28 a Scholem, dichiarava di voler scrivere un saggio sui questi due autori, ma il progetto non si realizzerà mai concretamente. Rella, per raccogliere questa eredità rimasta incompiuta, parte proprio da una nota di Passagen-Werk  (l’opera più importante di Benjamin), in cui gli scrittori si incontrano sotto il segno di Baudelaire. Il poeta francese è infatti il precursore di due tematiche centralissime nell’opera sia di Proust sia di Kafka: il tempo perduto (nel senso di un tempo indisponibile a qualsiasi categorizzazione) e la frammentazione allegorica della modernità (che consiste nel vedere ciascun lato dell’epoca in cui viviamo come votato ad un’infinita trasposizione letteraria).
Kafka e Proust si incontrano, dunque, nel cercare di risolvere il problema (filosofico) di una rappresentazione adeguata della realtà. Per entrambi, è di primaria importanza trovare un medium fedele alla precarietà della vita, e la letteratura dovrà, dunque, essere il luogo in cui si manifesteranno tali contraddizioni. La scrittura, che in prima analisi sembra votata all’unità e alla continuità della narrazione, per Rella è un’attività che testimonia l’assenza – o, meglio, la compresenza – di verità: «In Proust e in Kafka non c’è redenzione. Non c’è narrazione del vero, perché appunto, come ha osservato Benjamin, Kafka ha sacrificato anche la verità […] Il romanzo proustiano termina con il suo inizio, in una circolarità che non concede via d’uscita, se non, come ribadisce più volte lo stesso Proust, nell’annientamento della morte» (p. 49).
L’assenza della redenzione coincide con l’assenza di un fine entro cui tutti gli eventi possano indistintamente confluire e acquistare significato. Su questo versante la Recherche di Proust - forse l’opera letteraria più importante del Novecento –, pur esprimendo il superamento della finitezza attraverso l’eternità dell’opera d’arte, è un rinvio costante alla dimensione temporale, di cui ogni esperienza è intessuta (en passant è interessante notare come Il tempo ritrovato, l’ultimo volume della Recherche, termini con due parole molto eloquenti: “nel Tempo”).
E’chiaro, allora, che il tempo nella scrittura ha un ruolo decisivo, poiché determina la rottura di ogni conoscenza lineare (cioè acritica) basata su principi che trascendono il divenire dei fenomeni: «La storia precipita nel vuoto e nel vuoto precipitano via via le interpretazioni […] Non esiste un fuori, un punto su cui poggiare per poter interpretare» (p. 53). Nel passo appena citato riconosciamo la stessa polemica contro l’ermeneutica e il decostruzionismo, che Rella ha sollevato in un altro testo (Dall’esilio. La creazione artistica come testimonianza): a suo parere Derrida e i post-derridiani, nelle loro interminabili interpretazioni, non valorizzano a dovere la necessità di usare dei principi (seppur instabili) che diano unità ai fenomeni. L’orizzonte di unità a cui allude Rella non è però una verità ultima, bensì la possibilità di conferire senso ad un’esistenza che ne è del tutto priva. I romanzi di Kafka sono i paradigmi più esaustivi di questa condizione: «Non c’è senso. Ma bisogna continuare, e questa volontà è l’aspetto terribile della scrittura di Kafka. Bisogna continuare perché ciò che egli descrive e che non ha alcuna spiegazione, accade veramente. Accade e continua ad accadere» (p. 54).
In chiusura possiamo dire che il libro di Rella convince nella struttura  -i capitoli dedicati a Proust e a Kafka sono in completa continuità con le iniziali premesse benjaminiane- e nell’argomentazione -che rispetta a pieno le peculiarità di ciascun autore. L’unico dubbio viene nel momento in cui Rella mescola all’analisi delle opere del materiale biografico (soprattutto quello kafkiano), correndo il rischio di sfrangiare il confine, labile ma pur sempre esistente, tra arte e vita.



PUBBLICATO IL : 18-07-2008

 

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