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Del cattivo uso del tradimento
Qualche osservazione su Materialismo italiano («MicroMega» 5/2005)
di Massimiliano Biscuso

Sommario: Il quinto fascicolo 2005 della rivista «MicroMega», intitolato Materialismo italiano, riproduce le relazioni del convegno svoltosi a Roma nell'autunno 2004 dedicato all'analisi critica del pensiero di Galvano Della Volpe e soprattutto di Lucio Colletti. L'interesse prevalente di molti interventi è di interrogarsi sui motivi di quello che è stato chiamato il «tradimento» di Lucio Colletti: l'essere cioè egli passato da posizioni critiche, da sinistra, della politica del Pci alla sintonia col craxismo prima e con il berlusconismo poi. Un modo di affrontare il problema dell'evoluzione del pensiero collettiano non privi di rischi e difficoltà.
Prima pagina: Il quinto fascicolo 2005 della rivista «MicroMega» porta il titolo Materialismo italiano. Non si tratta, però, di una ricostruzione delle variegate forme della filosofia materialistica in Italia, e neppure dei diversi marxismi che hanno attraversato il Novecento, bensì, come si legge nell’editoriale, di una categoria-contenitore assai elastica, capace di accogliere tanto l’«analisi critica del pensiero di Della Volpe e Colletti» (ma, come vedremo, molto più di Colletti che di Della Volpe) quanto riflessioni su «la volgarità con cui i più privati, egoistici, familistici degli interessi, vengono spacciati e manipolati come difesa degli interessi nazionali, degli interessi pubblici, o di una fantomatica ‘italianità’ del sistema bancario e produttivo»: «ahimè», lamenta l’editorialista, materialismo italiano può avere anche questo «assai meno nobile» senso (p. 5). Così ancora una volta, ahimè (ripetiamo noi), non ci si sottrae all’uso improprio e popolaresco della categoria di materialismo, accostando analisi che nulla hanno a che fare tra loro. Ma, ci si potrebbe obiettare, si tratta solo di un’espediente giornalistico; quel che conta sono i contenuti. E allora esaminiamo le analisi del pensiero dellavolpiano e collettiano, occasionate da un convegno svoltosi a Roma nell’autunno 2004 , che la prima sezione del fascicolo di «MicroMega» ci propone. L’interesse prevalente degli interventi – non di tutti, certamente, come dirò subito –, che conferisce alla sezione un tono caratteristico, è di interrogarsi sui motivi di quello che Flores d’Arcais chiama il «tradimento» di Lucio Colletti: l’essere cioè egli passato da posizioni critiche, da sinistra, della politica del Pci alla sintonia col «Craxi del craxismo» prima e allo schierarsi con Berlusconi poi, «accettando di essere il più eminente tra i “fiori all’occhiello” intellettuali che entrarono in parlamento nelle liste della neonata Forza Italia» (p. 88) – «tradimento» politico che ebbe il suo corrispettivo teorico nella «clamorosa apostasia» (Bolaffi, p. 71) di un marxismo sui generis, quello dellavolpiano appunto, a favore di «un nichilismo pericolosamente prossimo al cinismo morale» (p. 70), e della dichiarazione della «fine della filosofia» (Attanasio, p. 84).
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PUBBLICATO IL : 24-07-2006
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