recensioni, segnalazioni, novita editoriali recensioni, segnalazioni, novita editoriali e-book, testi e classici dalla rete dizionario dei filosofi seminari, presentazioni,  convegni
by google
www giornale di filosofia

 

Il positivismo in Italia: Stanislao Cannizzaro, scienziato e filosofo
di Antonio Di Meo

Sommario: Questo saggio mette in luce le modalità con le quali nell’operato scientifico di Stanislao Cannizzaro, chimico italiano che a metà dell’Ottocento raggiunse fama internazionale, la considerazione dei problemi teorici della scienza si intrecci con la riflessione filosofica. Ciò diventa particolarmente evidente quando Cannizzaro , nello sforzo di riformulare il principio di Avogadro, una delle chiavi di volta della teoria molecolare, si sofferma a ragionare circa il concetto di atomo e ne segnala con nettezza la valenza di ipotesi teorica piuttosto che di realtà ontologica. E se in questa circostanza Cannizzaro sembra vicino alla filosofia del “als ob”, impregnata di risonanze filosofiche è pure la soluzione che egli cerca al problema dell’unità della scienza, all’esigenza che, pur restando su un piano sostanzialmente empiristico, il sapere dia conto di sé come di un organismo, di un sistema, la cui unitarietà trova radice nel riferimento imprescindibile alla realtà che è termine di conoscenza.
Prima pagina:

1. Quando, nel 1968, il chimico fisico norvegese Lars Onsager, al quale si devono le importanti relazioni di reciprocità termodinamiche fra forze e flussi che portano il suo nome, ricevette il premio Nobel per la chimica tenne, come d’abitudine in questi casi, una Nobel lecture sull’argomento col quale aveva guadagnato l’ambito riconoscimento: The motion of ions: principles and concepts. Argomento di grande rilievo, questo, sul quale si era esercitata la ricerca di numerosi chimici fisici soprattutto a partire dalla fine dell’Ottocento. Agli inizi della conferenza, ripercorrendo la storia rilevante degli studi sulla dissociazione elettrolitica e del movimento degli ioni in soluzione, Onsager rievoca una vicenda lontana, ma decisiva per gli sviluppi successivi della chimica e della fisica, che aveva avuto come protagonisti due scienziati italiani, ossia Amedeo Avogadro e Stanislao Cannizzaro:  
 
«La legge di Gay-Lussac della combinazione dei volumi (1808) condusse Avogadro a sostenere che alle stesse condizioni di temperatura e di pressione uguali volumi di gas differenti contengono lo stesso numero di molecole (1811). Questo principio sarebbe diventato il mezzo principale attraverso il quale i chimici determinano i pesi molecolari, ma esso fu a lungo messo in discussione e non generalmente adoperato fino a dopo il 1860. A quell’epoca, Cannizzaro aveva accumulato abbastanza prove a sostegno della sua argomentazione  svolta al primo congresso internazionale di Karlsruhe, e in pochi anni il principio di Avogadro fu ampiamente accettato ».

Onsager non era il primo ad aver espresso un simile giudizio in un’occasione tanto solenne e significativa: infatti, un suo illustre predecessore negli studi sulla dissociazione ionica, anzi uno dei fondatori di essi, il chimico fisico svedese Svante Arrhenius, nel 1903, anch’egli in occasione del ricevimento del premio Nobel per la chimica, aveva sostenuto nella sua conferenza Development of the theory of electrolitic dissociation che

«La legge delle proporzioni multiple è uno dei fondamenti su cui è costruita la chimica moderna. Un altro di tali fondamenti è la legge di Avogadro che stabilisce che volumi eguali di gas differenti alle stesse temperature e pressioni contengono lo stesso numero di molecole. Questa teoria, che data dagli inizi del diciannovesimo secolo, dapprima incontrò una forte opposizione e fu il suo grande valore nello spiegare le nuove scoperte nell’ambito del campo in rapida espansione della chimica organica che condusse alla sua adozione universale alla metà del secolo scorso dopo che Cannizzaro l’aveva  vigorosamente sostenuta».

Continua la lettura scaricando il testo in formato PDF
PUBBLICATO IL : 30-10-2007
@ SCRIVI A Antonio Di Meo