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Il “metafisico” e il “filosofo di società”: Leopardi e Gramsci dinanzi alla modernità
di Gaspare Polizzi

Sommario: Lo studio di Gaspare Polizzi, di carattere sia storico che teoretico, dopo aver ricostruito il dibattito su Leopardi e Gramsci svoltosi negli anni Settanta, e in particolare la polemica tra Umberto Carpi e Sebastiano Timpanaro, individua e sviluppa tramite un attento esame testuale il tema, cruciale per entrambi i pensatori, delle caratteristiche della società, in particolare di quella italiana. In questo modo sarà possibile porre l'interrogativo tanto etico quanto politico se sia possibile una "vita felice" per l'umanità. Il saggio si conclude evidenziando divergenze e affinità nella direzione di una tensione etico-politica e di una scelta di stile. Indice: Premessa p. 2 / 1. Intellettuali e società moderna: Leopardi e Gramsci nella polemica Carpi-Timpanaro p. 3 / 2. La riflessione sullo stato della società italiana in Leopardi p. 13 / 3. Società italiana e formazione storica degli intellettuali in Gramsci p. 21 / 4. Tensione etico- politica e stile p. 31
Indice: Premessa p. 2 / 1. Intellettuali e società moderna: Leopardi e Gramsci nella polemica Carmi-Timpanaro p. 3 / 2. La riflessione sullo stato della società italiana in Leopardi p. 13 / 3. Società italiana e formazione storica degli intellettuali in Gramsci p. 21 / 4. Tensione etico-politica e stile p. 31
Prima pagina: Il rapporto possibile tra Antonio Gramsci e Giacomo Leopardi è reso difficoltoso dalla stratificazione interpretativa sedimentatasi sull’opera dei due pensatori e sulla loro stessa relazione. Peraltro, almeno in una direzione il rapporto è stato sondato a sufficienza. Penso in particolare all’analisi della presenza di Leopardi in Gramsci, ottimamente realizzata da Sebastiano Timpanaro. Anche alla luce di tale analisi va riconosciuto che un confronto relativo all’uso e all’interpretazione che Gramsci fece di Leopardi rimane in superficie e risulta sostanzialmente poco efficace, se non al fine di seguire in modo indiziario qualche meandro dello svolgimento del pensiero gramsciano. Sono certamente possibili altre linee di confronto, come ben evidenziano alcuni scritti e in particolare quelli ricavati dal convegno di Recanati del 1988: è realizzabile un rapporto afferente alle metodologie di pensiero e di scrittura, che conduce a un immediato avvicinamento tra lo Zibaldone e i Quaderni del carcere, e a rilevare lo spazio occupato in entrambe le scritture dalla metafora.
Per parte mia seguirò un percorso insieme storico e teorico. Richiamerò brevemente le vicende del dibattito su Leopardi e Gramsci svoltosi negli anni ’70, che hanno avuto il loro picco nella polemica tra Umberto Carpi e Timpanaro, cercherò quindi di individuare e di seguire in alcuni passaggi testuali un tema di comparazione non superficiale e a mio avviso cruciale per entrambi i pensatori: quello legato all’analisi della società (italiana), in funzione dell’interrogativo etico e politico se sia o sia stata possibile una “vita felice” per l’umanità. Cercherò infine di trarre qualche conclusione evidenziando divergenze e affinità nella direzione di una tensione etico-politica e di una scelta di stile.

1. Intellettuali e società moderna: Leopardi e Gramsci nella polemica Carpi-Timpanaro
In realtà, l’avvicinamento tra Leopardi e Gramsci pone un problema di fondo della cultura politica italiana, emerso proprio a partire dalla riflessione gramsciana, ovvero quello del rapporto tra l’autonomia dell’intellettuale e lo svolgimento dei processi culturali in una società moderna, e più specificamente del rapporto tra gli intellettuali e la società nel complesso contesto storico dell’Italia dell’età della restaurazione e dell’avvento del fascismo. Questo problema è stato dibattuto negli anni ’70 proprio in relazione al confronto in questione, soprattutto da Carpi e da Timpanaro.

Carpi muoveva dal presupposto che nella società moderna lo scrittore fosse una «figura sociale determinata» e che la sua produzione possedesse un oggettivo valore politico. In particolare, il nesso poesia-politica caratterizzava per Carpi la funzione sociale del poeta italiano nell’Ottocento, quando viene a definirsi un mercato culturale e un’ideologia strettamente connessa alla lotta politica risorgimentale. L’analisi della collocazione sociale e dell’orientamento ideologico degli intellettuali diveniva strumento essenziale per comprendere la natura stessa della loro proposta poetica e letteraria

Nota al testo: Il presente scritto rielabora la relazione omonima tenuta al Convegno su Gramsci e la questione dell'identità nazionale organizzato dall'Istituto Gramsci Toscano (Firenze, 15-17 novembre 2007), pubblicata con il medesimo titolo ma in una versione più ridotta su "Critica Marxista", n.s., 1, gennaio-marzo 2008, pp. 40-49.

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PUBBLICATO IL : 26-09-2008
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