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Lo spettro dell’incompletezza
L’identità-differenza di scienza e filosofia nella riflessione estetica di Emilio Garroni
di Niccolò Argentieri

Sommario:

Poniamo che l’intento sia quello di rifiutare la distinzione di scienza e filosofia – o, meglio, di relativizzare, riformulare, ripensare questa distinzione. Non incombe qui la minaccia di un paradosso? Se la questione della relazione tra filosofia e scienza è sollevata proprio con l’obiettivo di mettere in discussione la possibilità di distinguere con chiarezza e senza residui i due termini della relazione, allora il fatto di prendere le mosse da una distinzione già compiuta rischia di trasformarsi in una gabbia linguistico/concettuale dalla quale potrebbe essere difficile, se non impossibile, evadere. Insomma: se in questione è il rapporto tra filosofia e scienza, non rischia l’analisi di essere vincolata da un orizzonte di pregiudizi, conoscenze, attese, ed esperienze che si attiva non appena le parole “scienza” e “filosofia” vengono pronunciate? È davvero possibile, in definitiva, pensare la relazione tra scienza e filosofia?

Prima pagina:

Poniamo che l’intento sia quello di rifiutare la distinzione di scienza e filosofia – o, meglio, di relativizzare, riformulare, ripensare questa distinzione.
Il problema è che, di fatto, la distinzione è già stata posta (se non altro a livello terminologico) e gli interlocutori si dispongono all’ascolto contando di sapere di cosa si parlerà – assegnando quindi, più o meno consapevolmente, un diverso referente oggettivo e simbolico ai due termini. Inoltre, ciò che più conta, soltanto quella distinzione, in quanto preliminarmente riconosciuta e operante, permette di dar senso all’obiettivo di discuterla e rivisitarla.
Non incombe qui la minaccia di un paradosso?
Se la questione della relazione tra filosofia e scienza è sollevata proprio con l’obiettivo di mettere in discussione la possibilità di distinguere con chiarezza e senza residui i due termini della relazione – possibilità che potrebbe essere garantita, diciamo, dalla separatezza degli ambiti di riferimento, dalla inconciliabilità delle strutture metodologiche o dalla differenza tra le tradizioni testuali – allora il fatto di prendere le mosse da una distinzione già compiuta rischia di trasformarsi in una gabbia linguistico/concettuale dalla quale potrebbe essere difficile, se non impossibile, evadere.
Insomma: se in questione è il rapporto tra filosofia e scienza, non rischia l’analisi di essere vincolata da un orizzonte di pregiudizi, conoscenze, attese, ed esperienze che si attiva non appena le parole “scienza” e “filosofia” vengono pronunciate?
È davvero possibile, in definitiva, pensare la relazione tra scienza e filosofia?

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PUBBLICATO IL : 08-07-2009
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