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Italo Mancini, Tre Follie , urbino, 2004
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di Elena Trapanese |
Di Italo Mancini (Urbino 1925, Roma 1993), sacerdote e docente universitario, fondatore e direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Urbino, si ricordano in particolare il volume su Bonhoffer e gli studi su cristianesimo e marxismo ( Come continuare a credere, Fede e cultura, Tornino i volti, Filosofia della prassi).
Città Aperta ripubblica Tre follie, raccolta di testi scritti per la rubrica radiofonica I Giorni e letti dall’autore nella primavera del 1985. Considerata da Italo Mancini come un «fraterno testamento», la raccolta presenta alcuni nuclei essenziali della riflessione manciniana, qui caratterizzata da stringatezza espositiva. Viene proposta un’affascinante rivisitazione del Cristianesimo, particolarmente attenta alle problematiche sociali e culturali che coinvolgono l’esistenza umana (la morte e la vita, la pace e la guerra, la fede e l’ateismo, la violenza e la non-violenza). L’impostazione di fondo dell’opera è la doppia fedeltà a Dio e al mondo, alla parola evangelica e all’impegno sociale, che Mancini traduce in tre principi generali per la vita terrena del cristiano: l’assoluta trascendenza del messaggio di salvezza, l’assunzione mondana della parola di Dio e la libertà di scelta. Tre follie, non priva di accenni autobiografici, nel contrapporsi alla dilagante «logica della disgregazione», indica una via per il superamento dell’«impotenza collettiva d’amore» al fine di attuare convergenze etiche che permettano di vivere la cosiddetta «cultura dei sentimenti». Il percorso umano e religioso proposto dall’autore si fonda da un lato sul chiarimento del senso del Cristianesimo, attraverso la riflessione sulle sue “forme” («Cristianesimo della presenza» , «Cristianesimo della mediazione» e «Cristianesimo del paradosso»), sulle nuove “regole evangeliche” e sulle “tre follie” della vita («insensata», «crudele» e «sublime»), e dall’altro su un’attenta analisi della crisi della società moderna e delle possibilità di realizzare, pacificamente e democraticamente, una riconciliazione fraterna e rispettosa. |
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