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Ludovico Geymonat, Lezioni su Galileo, a cura di M. Quaranta , Barbieri, 2005
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di Gaspare Polizzi |
Il volume raccoglie dieci testi di Ludovico Geymonat, scritti fra il 1956 e il 1989, preceduti da un'intervista a Geymonat di Mario Quaranta, che funge da premessa, e seguiti da un'Appendice che contiene materiali preparatori al volume dedicato da Geymonat a Galileo Galilei (1957) e da una Postfazione dello stesso Quaranta dal titolo Geymonat, Koyré, Husserl: interpretazioni di Galileo a confronto. Il rilievo della pubblicazione è duplice. Da un lato consente di descrivere, attraverso il modello galileiano, la concezione generale della scienza proposta da Geymonat. Dall'altro fornisce utili strumenti per la ricostruzione del metodo di Galilei, posto alla base della scienza moderna e ancor oggi applicato nella fisica, seppure con la sua integrazione nella prospettiva einsteiniana. Anche se Geymonat aveva dedicato a Galileo il libro del 1957, Quaranta mostra, anche attraverso l’intervista iniziale, che il filosofo torinese intendeva approfondire le sue ricerche in questa direzione e voleva – come ricorda il curatore – scriverne un altro negli ultimi anni di vita.
Rimangono i dieci scritti raccolti ora in volume, che consentono di ricostruire l’idea che Geymonat si era formato per la riscrittura della sua monografia e forniscono il tessuto degli approfondimenti proposti, già evidente in alcuni titoli, come Discussioni moderne sulla concezione galileana della scienza (1982), L'epistemologia del dialogo (1983), Esperimento e matematica (1988).
La nuova prospettiva teorica e storiografica può essere riassunta nelle sette tesi raccolte da Quaranta (cfr. pp. 148-149). Secondo Geymonat con Galileo comincia la modernità; egli vede la scienza come l'unità di "sensate esperienze" e "certe dimostrazioni"; la sua matematica non è platonica (come vorrebbe Koyré), ma archimedea; la metodologia è intesa come uno dei due fulcri della teoria scientifica; l’altro fulcro è costituito dalla tecnica; la scienza è autonoma dalla religione e dal potere; Galileo dà avvio al movimento illuministico ricercando un'alleanza tra scienza e Chiesa.
Tali aspetti centrali della concezione galileiana della scienza sono per Geymonat ancora essenziali nella scienza di oggi. Emerge così la configurazione generale della filosofia della scienza di Geymonat che, contrapponendosi alle teorie della crisi della cultura europea (nate con Husserl), non accetta di ridurre il pensiero scientifico alla mera costituzione di fatti e di tecniche e ne sostiene il carattere culturale complessivo; il pensiero scientifico, insieme a quello filosofico, costituisce per Geymonat l’asse portante della cultura moderna. Tramite la categoria di approfondimento Geymonat interpreta inoltre il progresso del sapere scientifico come un'estensione sempre più ampia della conoscenza della realtà, che tuttavia non perverrà mai a descrivere completamente la realtà naturale e rimarrà quindi sempre soltanto un'approssimazione incompleta ad essa. Tale approssimazione può anche prodursi tramite salti qualitativi nelle teorie scientifiche e rotture discontinue, secondo una concezione storiografica vicina alla teoria dei cambiamenti di paradigma proposta da Thomas Kuhn. Si tratta tuttavia per Geymonat di ricostruire un più ampio modello storico e dialettico dello sviluppo scientifico che si inserisce in una visione materialistica e realista della storia culturale e che tiene conto della concreta storia della scienza e della tecnologia, sia attraverso l’analisi del rapporto dinamico che lega le teorie scientifiche ai nuovi linguaggi, sia tramite l’indagine del rapporto fra teorie e tecniche, da svilupparsi nel quadro di una considerazione del concreto processo industriale e produttivo. La visione aperta e storica dell'operare concreto degli scienziati esclude per Geymonat l'adozione di un modello unico di scienza e permette di inserire la storia della scienza nella più generale storia della filosofia.
Ciò emerge nell’insieme dei saggi proposti da Quaranta, ma in particolar modo nel primo (La rivoluzione copernicana), nel settimo (L’epistemologia nel Dialogo di Galileo) e nel nono (La verità scientifica secondo Galileo). Altri capitoli sono dedicati specificamente al dibattito storiografico (è il caso del quinto: Attualità delle indicazioni metodologiche galileiane; e del decimo: Discussioni moderne sulla concezione galileiana della scienza). Il volume possiede tuttavia una sicura trama unitaria, garantita insieme dalla coerenza interpretativa dell’autore e dall’omogeneità dei temi trattati, e permette di gettare nuova luce sulla filosofia di Galileo e sull’epistemologia di Geymonat. |
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