Benché elaborata svariati decenni or sono, la biologia filosofica di Hans Jonas (1903-1993) risulta essere ancora di grande attualità, nonché fondamentale per la comprensione di quel particolare fenomeno che è la vita. Inoltre, la rilevanza del suo pensiero eccede il solo ambito filosofico, rivolgendosi direttamente al mondo della ricerca biologica e scientifica. In effetti, Jonas esamina da vicino le ragioni della scienza moderna, individuandone al tempo stesso i principali limiti operativi, epistemologici e ontologici, coincidenti sostanzialmente con un atteggiamento riduzionistico nei confronti della conoscenza e dell‟ontologia. In particolare, il pensatore accenna alle conseguenze problematiche che scaturirebbero da tale riduzionismo scientifico per la comprensione della natura umana. Intesa nei termini di mero risultato finale di un processo di naturalizzazione, la specificità della natura umana verrebbe ridotta unicamente ai propri caratteri quantitativi, mentre il senso del fenomeno della vita in quanto tale non riuscirebbe a distinguersi dal fatto della propria mera esistenza materiale. A mio avviso, svariate ragioni impongono che si continui a porre tali questioni e a riflettervi su. In primo luogo, ancora oggi l‟atteggiamento riduzionistico nei confronti della comprensione della vita e dell‟essere umano è lungi dall‟essere sconfitto. In secondo luogo, si riscontra generalmente un livello assai povero di consapevolezza circa le conseguenze teoretiche e pratico-tecniche derivanti dalla summenzionata posizione; e non è un mistero come proprio alcune di tali conseguenze sollevino non poche questioni di carattere etico e bioetico. Infine, sulla scorta delle suggestioni derivanti dalla “rivoluzione ontologica” di Hans Jonas, è possibile delineare un sentiero alternativo per fare ingresso nella comprensione del fenomeno della vita. Questo percorso spinge il pensiero verso un più approfondito livello di riflessione, che si caratterizza in senso ontologico. Allo stesso tempo, esso costringe le scienze naturali a fare i conti con i limiti del proprio approccio riduzionistico e a richiedere l‟aiuto della filosofia e di altre scienze umane. Leggi l'articolo in formato PDF |