Disaccordo o riconoscimento? A partire dal confronto tra Jacques Rancière e Axel Honneth di Giorgio Fazio
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Che cosa bisogna intendere oggi per «teoria critica»? Quali devono essere i suoi scopi? E quali sono le difficoltà di fronte a cui essa è posta? Sono queste le domande a cui hanno tentato di rispondere Jacques Rancière e Axel Honneth, in un intenso confronto filosofico che ha dato luogo al libro Recognition or Disagreement? A Critical Encounter on the Politics of Freedom, Equality, and Identity, Columbia University Press 2016. L’interesse di questo confronto sta nel fatto che esso mette capo ad una serie di polarizzazioni teoriche, che sono paradigmatiche del dibattito filosofico-politico contemporaneo: disaccordo o riconoscimento reciproco, conflitto politico o cooperazione sociale, democrazia egualitaria o eticità democratica, rivolte democratiche della "parte dei senza parte" o lotta gradudale per riancorare le diverse sfere sociali in istituzioni democratico-sociali. Nell'articolo si dimostrare come queste polarizzazioni permettono di focalizzare pregi e limiti delle posizioni di Honneth e Rancière, e anche di riportare alla luce una serie di premesse fondamentali comuni. |
La parte dell'osservatore Tra psicologia dell'arte e fenomenologia della percezione di Martino Feyles
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Qual è il ruolo del fruitore nell’esperienza estetica? In questo saggio questo problema classico dell’estetica viene affrontato in una prospettiva nuova, tenendo conto dell’importanza sempre crescente delle immagini interattive nella società contemporanea. Per cogliere la specificità dei nuovi dispositivi di produzione delle immagini è necessario distinguere l’interattività dalla cooperazione interpretativa che è richiesta per la comprensione delle immagini più tradizionali. Il rapporto tra spettatore e immagine viene qui analizzato facendo riferimento a due autori apparentemente molto lontani tra loro, Husserl e Gombrich. |
La doppia lettura de La moglie di Gogol' Seminario di Estetica su La moglie di Gogol' di Tommaso Landolfi di Alma Mileto
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Il saggio che segue fa parte dei lavori di un seminario svoltosi nell'Anno Accademico 2013-2014 per la Cattedra di Estetica tenuta dal Professor Pietro Montani presso la "Sapienza" Università di Roma. Il seminario è stato condotto dal Dottor Dario Cecchi e ha coinvolto un nutrito numero di studenti del Corso di Estetica, che per quell'anno era dedicato alle teorie della cooperazione intepretativa dei testi letterari da parte del lettore (in particolare le teorie di Umberto Eco, Wolfgang Iser e Hans Georg Gadamer). Questi approcci al ruolo che il lettore ha nel ricostruire, in modo più o meno metodico o creativo, il significato del testo hanno per sfondo teorico rispetticamente la semiotica, l'estetica e l'ermeneutica. Il seminario ha proposto un caso di studio: il racconto La moglie di Gogol' di Tommaso Landolfi. Questo racconto, data la sua complessità, unita ai molti nodi enigmatici di difficile interpretazione, costituisce un buon terreno su cui esercitare i diversi paradigmi. Nell’articolo che segue, come negli altri, uno studente che ha partecipato al seminario ha messo per iscritto le considerazioni formalizzate nel corso del seminario come breve relazione. Si tratta di altrettante occasioni per mettere alla prova, attraverso il racconto landolfiano, ora la teoria di Eco, ora quella di Iser, ora quella di Gadamer. |
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Introduzione Seminario di Estetica su La moglie di Gogol' di Tommaso Landolfi di Dario Cecchi
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I saggi che seguono, di cui il presente costituisce l'Introduzione, raccolgono i lavori di un seminario svoltosi nell'Anno Accademico 2013-2014 per la Cattedra di Estetica tenuta dal Professor Pietro Montani presso la "Sapienza" Università di Roma. Il seminario è stato condotto dal Dottor Dario Cecchi e ha coinvolto un nutrito numero di studenti del Corso di Estetica, che per quell'anno era dedicato alle teorie della cooperazione intepretativa dei testi letterari da parte del lettore (in particolare le teorie di Umberto Eco, Wolfgang Iser e Hans Georg Gadamer). Questi approcci al ruolo che il lettore ha nel ricostruire, in modo più o meno metodico o creativo, il significato del testo hanno per sfondo teorico rispetticamente la semiotica, l'estetica e l'ermeneutica. Il seminario ha proposto un caso di studio: il racconto La moglie di Gogol' di Tommaso Landolfi. Questo racconto, data la sua complessità, unita ai molti nodi enigmatici di difficile interpretazione, costituisce un buon terreno su cui esercitare i diversi paradigmi. Negli articoli che seguono alcuni studenti che hanno partecipato al seminario hanno messo per iscritto le considerazioni formalizzate nel corso del seminario come brevi relazioni. Si tratta di altrettante occasioni per mettere alla prova, attraverso il racconto landolfiano, ora la teoria di Eco, ora quella di Iser, ora quella di Gadamer. |
Landolfi e Gadamer Seminario di Estetica su La moglie di Gogol' di Tommaso Landolfi di Ivan Altieri
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Il saggio che segue fa parte dei lavori di un seminario svoltosi nell'Anno Accademico 2013-2014 per la Cattedra di Estetica tenuta dal Professor Pietro Montani presso la "Sapienza" Università di Roma. Il seminario è stato condotto dal Dottor Dario Cecchi e ha coinvolto un nutrito numero di studenti del Corso di Estetica, che per quell'anno era dedicato alle teorie della cooperazione intepretativa dei testi letterari da parte del lettore (in particolare le teorie di Umberto Eco, Wolfgang Iser e Hans Georg Gadamer). Questi approcci al ruolo che il lettore ha nel ricostruire, in modo più o meno metodico o creativo, il significato del testo hanno per sfondo teorico rispetticamente la semiotica, l'estetica e l'ermeneutica. Il seminario ha proposto un caso di studio: il racconto La moglie di Gogol' di Tommaso Landolfi. Questo racconto, data la sua complessità, unita ai molti nodi enigmatici di difficile interpretazione, costituisce un buon terreno su cui esercitare i diversi paradigmi. Nell’articolo che segue, come negli altri, uno studente che ha partecipato al seminario ha messo per iscritto le considerazioni formalizzate nel corso del seminario come breve relazione. Si tratta di altrettante occasioni per mettere alla prova, attraverso il racconto landolfiano, ora la teoria di Eco, ora quella di Iser, ora quella di Gadamer. |
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D. Cantone, L. Taddio, L’affermazione dell’architettura. Una riflessione introduttiva, Mimesis, 2011
| recensione | In costante dialogo con Jacques Derrida e Michael Foucault, Luca Taddio e Damiano Cantone si interrogano “sul progetto e sulla costruzione e sul soggetto che usufruisce dello spazio architettonico”. Sgombrando il campo dalle reciproche posizioni e senza dar nulla per scontato, si incamminano – l’uno da filosofo interessato all’architettura, l’altro da architetto che non disdegna la filosofia – lungo quel sentiero che li porta all’architettura come ciò che porta alla presenza, alla manifestazione, e dunque come ciò che afferma e si afferma... |
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