Nasce a Stoccarda, capitale del granducato del Württemberg (Germania), il 27 agosto 1770 da Ludwig, impiegato dell’amministrazione del granducato, e da Maria Magdalena Fromm. Famiglia di religione luterana e di buona situazione economica e sociale. Nella primissima infanzia si avvale dell’insegnamento di un precettore privato, il Löffler, finché non entra nel Realgymnasium di Stoccarda, dove compie gli studi medi. In questi anni si immerge nella lettura dei classici greci e latini e comincia a rendersi familiari anche gli scritti degli autori illuministi. Nel 1784 muore la madre. La prima testimonianza della sua attività spirituale è il Diario redatto in latino fra il 1785 e il 1787. Consegue la maturità nel 1788 e nello stesso anno entra come borsista del Seminario teologico protestante nello Stift di Tubinga. Seguendo il tradizionale cursus studiorum dello studente di teologia, frequenta prima il biennio di filosofia, conseguendone la laurea il 27 settembre del 1790 discutendo la tesi De limite officiorum, poi il triennio di teologia, conseguendo il 20 settembre 1793 il titolo di candidato in teologia discutendo la tesi De Ecclesiae Württemburgensis renascentis calamitatibus. Gli anni dei suoi studi universitari gli aprono orizzonti culturali e umani di altissimo valore: qui stringe, infatti, amicizia con i suoi compagni di studi Hölderlin e Schelling (entrato nello Stift nel 1790), con i quali condivide passioni filosofico-letterarie, lo studio di Rousseau, Jacobi, Lessing, Locke, Hume, Fichte e Kant, e passioni politiche, l’entusiasmo per la Rivoluzione Francese e per il modello di convivenza civile dell’antica Grecia. Sono anni, in verità, non immuni da una certa turbolenza: il giovane Hegel non solo ha delle noie per la sua partecipazione a manifestazioni pubbliche di sostegno alla Rivoluzione, ma poco sopporta il rigido ambiente dello Stift, di cui avverte l’angustia dei suoi indirizzi culturali, tutti imperniati su una teologia pietista di impianto kantiano e in parte wolffiano, della quale erano a Tubinga banditori soprattutto i professori Flatt e Storr. Non avendo nessuna vocazione per la carriera ecclesiastica, decide di lavorare come precettore privato. In questa funzione è assunto dalla famiglia nobile Steiger von Tschugg di Berna, in cui è perciò costretto a trasferirsi.
A Berna, dove rimarrà dall’ottobre 1793 al dicembre 1796, continua a meditare sul problema religioso, proseguendo Religione popolare e cristianesimo (titolo assegnato a questo come ai testi successivi di impianto teorico redatti da Hegel a Berna e a Francoforte, dal curatore, Herman Nohl, della prima raccolta di tutti questi scritti, gli Scritti teologici giovanili) di cui a Tubinga aveva già steso il primo frammento. A Berna scrive anche La vita di Gesù (1795) e La positività della religione cristiana (1795-1796), entrambi ispirati al razionalismo morale di Kant. Qui inizia anche la traduzione in tedesco delle Lettres di J.J. Cartes, che sarà però poi pubblicata a Francoforte, priva del nome del traduttore, nel 1798. Dalla Svizzera ritorna, nel gennaio del 1797, in Germania, a Francoforte, come precettore della famiglia Gogel, grazie all’interessamento dell’amico Hölderlin. Qui attraversa un periodo di forte rivolgimento spirituale, alcuni studiosi parlano finanche di “crisi”, ma anche di intenso studio di opere economiche e politiche e di feconda elaborazione filosofica. È a Francoforte, infatti, che Hegel stende i primi incunaboli del suo originale pensiero filosofico, Lo spirito del cristianesimo e il suo destino (1798-1799) e il Frammento di sistema (1800). In questi lavori comincia a prendere forma la struttura principale del maturo pensiero hegeliano, la dialettica. Agli anni di Francoforte appartiene anche l’inizio di Sulla costituzione politica del Württemberg, scritto politico di intonazione liberal-razionalistica pubblicato postumo. Nel frattempo muore il padre (1799) da cui eredita un piccolo patrimonio economico che gli consente, tuttavia, di lasciare il precettorato e aspirare ad una carriera accademica.
Si trasferisce, perciò, su invito di Schelling a Jena nel 1801. Qui il 27 agosto consegue la venia legendi, l’abilitazione all’insegnamento, grazie alla dissertazione De orbitis planetarum. Come privato docente tiene il suo primo corso universitario nel 1801-1802. Prima ancora di aver ottenuto la libera docenza, scrive La differenza tra il sistema filosofico di Fichte e di Schelling, che costituisce il suo primo scritto a stampa. Esso appare sulla rivista filosofica Kritisches Journal der Philosophie fondata da Schelling nel 1802. Su questa rivista, cui collabora alla direzione, appaiono suoi articoli di grande impegno teorico come il Rapporto dello scetticismo con la filosofia (1802), Fede e sapere (1802), Sui diversi modi di trattare scientificamente il diritto naturale (1802-1803). A Jena Hegel allarga anche l’ambito delle sue amicizie e dei suoi rapporti: viene a conoscenza, infatti, di molti esponenti del cenacolo romantico jenense, di Schiller e di Goethe. Nel 1803 scrive il Sistema di eticità e inizia a redigere i primi appunti di una filosofia della natura e dello spirito. Questi saranno pubblicati postumi con il titolo di Realphilosophie I da J. Hoffmeister nel 1932. Nel 1804 scrive la Jenenser Logik, Metaphysik und Naturphilosophie mentre solo un anno più tardi riceverà, nella stessa università di Jena, la nomina a professore straordinario di filosofia, ma senza stipendio; solo una volta grazie all’intervento di Goethe riceverà cento talleri. Al 1805 risalgono anche ulteriori appunti di filosofia, pubblicati postumi ancora da J. Hoffmeister nel 1931 con il nome di Realphilosophie II.
L’opera, tuttavia, più importante del periodo jenense è la Fenomenologia dello spirito, concepita inizialmente come manuale di studio universitario e pubblicata nel 1807. In essa, strutturata come “prima parte del sistema della scienza”, viene svolto il processo di elevazione dalla certezza sensibile al sapere assoluto, processo propedeutico all’ingresso nel sistema filosofico vero e proprio. La Fenomenologia sancisce anche la rottura con Schelling: dopo la lettura, infatti, della Prefazione, Schelling indirizza a Hegel una lettera polemica e dal tono assai duro che significò di fatto la fine di ogni rapporto tra i due. L’invasione napoleonica, avvenuta negli stessi giorni in cui Hegel terminava di scrivere la Prefazione alla Fenomenologia, non solo gli costa il saccheggio delle sua casa, ma gli fa perdere anche la posizione, del resto non brillantissima, che ricopriva all’università di Jena. Perciò si trasferisce a Bamberga, dove si stava stampando la Fenomenologia e qui diviene redattore della Bamberger Zeitung, un giornale che pubblicava notifiche ufficiali e notizie già apparse in altri organi di stampa. Nonostante la sua estrema cautela, Hegel non tardò, tuttavia, ad avere problemi con la censura. Subito appresso, però, nel 1808, diviene direttore e professore di filosofia del ginnasio di Norimberga in virtù dell’interessamento dell’amico Niethammer. Il soggiorno in questa città (1808-1816) segna un periodo di alacre impegno teorico e pratico: non solo, infatti, assolve ai suoi doveri amministrativi con coscienziosità ed efficienza, diventando nel 1813 provveditore agli studi, ma raccoglie anche i corsi di logica e fenomenologia tenuti a scuola, i cui manoscritti verranno pubblicati postumi sotto il titolo di Propedeutica filosofica,e mette mano e lavora alla Scienza della logica, di cui fa uscire nel 1812 il primo libro, nel 1813 il secondo e nel 1816 il terzo. Accanto a queste opere, meritano di essere ricordati, sebbene di minor spessore filosofico, i cinque discorsi tenuti da Hegel al termine degli anni scolastici (1809-1815) che documentano della sua concezione pedagogica. Frattanto, nel settembre del 1811, si sposa con la ventenne Maria von Tucher, da cui avrà due figli, Karl e Immanuel. È in questi anni che comincia a diffondersi una notevole fama del suo pensiero. In ragione di ciò viene chiamato dall’università di Heidelberg a ricoprire la cattedra lasciata vacante da uno dei suoi più acerrimi avversari, Fries. In questa università tiene corsi di logica e metafisica, filosofia della natura, storia della filosofia, estetica.
È ad Heidelberg, nel 1817, che Hegel pubblica la prima edizione dell’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, esposizione organica e completa dell’intero suo sistema filosofico che doveva servire anch’essa come testo di studio per gli studenti.
A questa prima edizione sono seguite una seconda edizione nel 1827, tanto estesa e arricchita da risultare il doppio della prima edizione, una terza edizione nel 1830, l’edizione definitiva, e un’edizione curata dagli allievi (1832-1845) che contiene numerosi Zusätze (Aggiunte) tratti dalle spiegazioni orali del filosofo, nota anche come Grande Enciclopedia. Sempre ad Heidelberg, Hegel pubblica negli Heidelbergische Jahrbücher der Literatur un saggio su Jacobi e un altro saggio di carattere politico, la Valutazione degli atti a stampa dell’Assemblea dei deputati del regno del Württemberg negli anni 1815 e 1816, che gli attirò le antipatie dei liberali. Ormai la sua fama è consolidata e attrae l’attenzione del re di Prussia che, intento nell’opera di ammodernare l’università di Berlino, lo chiama a ricoprire la cattedra rimastavi libera alla morte di Fichte (1814). Il successo che l’insegnamento di Hegel riscosse a Berlino fu grande, malgrado l’ostilità di cui fu fatto oggetto dalle correnti più conservatrici dell’università. La misura della ampiezza dell’influenza del filosofo sulla vita culturale non solo dell’università, ma dell’intera Prussia, è data dalla creazione, sempre all’università di Berlino, di una apposita cattedra di filosofia hegeliana e dalla formazione di una vera e propria scuola hegeliana di filosofi, che poi si dividerà in due distinte correnti, i giovani hegeliani e i vecchi hegeliani. Non si deve tuttavia dimenticare, come accennavamo poc’anzi, che Hegel dovette fare i conti con un nutrito fronte di avversari, tra i quali ricordiamo Schleiermacher, Fries, Benecke, Schopenhauer e i cattolici, i quali lo accusavano di panteismo e irreligiosità. A Berlino Hegel tiene corsi di filosofia della religione, filosofia della storia, storia della filosofia, estetica frequentati da discepoli come Michelet, Gans, Leo, Mahrheinecke, Gabler, Hotho, etc. Nell’ottobre del 1820 manda alle stampe (anche se il frontespizio porta la data 1821) i Lineamenti di filosofia del diritto e nel 1822 scrive la prefazione al libro dal titolo Die Religion im inneren Verhältnisse zur Wissenschaft, opera di un suo allievo, H. Fr. W. Hinrichs. Contribuirono ad allargare il raggio della sua influenza vari viaggi che Hegel condusse in questi anni, a Dresda (1820), in Belgio e in Olanda (1822), a Vienna e a Parigi, dove Victor Cousin lo mette in contatto con i circoli intellettuali dominanti nella capitale francese (1824), a Weimar, dove incontra Goethe (1827),a Karlsbad e a Praga (1829).
Nel 1826 gli vengono decretate pubbliche e solenni onoranze. Il 1° gennaio 1827 fonda gli Jahrbücher für wissenschaftliche Kritik detti anche Berliner Jahrbücher, che proseguirono le loro pubblicazioni fino al 1846. Nel 1829 è nominato rettore dell’università di Berlino e pronuncia due importanti discorsi in latino, il primo sulla libertà accademica, il secondo sulla libertà cristiana. Nel 1830 di fronte allo scoppio delle rivoluzioni in Europa mantiene un atteggiamento di distacco critico, originato dalla sua posizione non propriamente favorevole al liberalismo di stampo anglosassone e alla democrazia rappresentativa. Tale atteggiamento si esplicita nello scritto del 1831, Sul Bill della riforma elettorale inglese, che subisce, in parte, una censura. Tra il 1830 e il 1831 lavora alla riedizione della Scienza della logica, che tuttavia, non farà in tempo a completare; ne uscirà nel 1832 solo la rielaborazione del primo volume. Scoppiata nell’estate del 1831 un’epidemia di colera in Germania, Hegel ne contrae il morbo e muore, a sessantun anni, il 14 novembre. Dagli abbozzi delle sue lezioni berlinesi e dai quaderni degli appunti dei discepoli sono state tratte le Lezioni sulla filosofia della storia, le Lezioni sull’estetica, le Lezioni sulla filosofia della religione, e le Lezioni sulla storia della filosofia.
Bibliografia
Le opere complete di Hegel sono pubblicate in varie edizioni. Noi segnaliamo l’ultima edizione curata dalla Felix Meiner, le Gesammelte Werke (In Verbindung mit der Deutschen Forschungsgemeinschaft herausgegeben von der Nordrhein-Westfälischen Akademie der Wissenschafte) sono così divise:
Band 1: Frühe Schriften. Teil I
Herausgegeben von Friedhelm Nicolin und Gisela Schüler.
Band 2. Frühe Schriften. Teil II
Herausgegeben von Friedhelm Nicolin und Ingo Rill.
Band 3: Frühe Exzerpte (1785-1800)
Herausgegeben von Friedhelm Nicolin unter Mitwirkung von Gisela Schüler.
Band 4: Jenaer Kritische Schriften
Herausgegeben von Hartmut Buchner und Otto Pöggeler.
Band 5: Schriften und Entwürfe (1799-1808)
Unter Mitarbeit von Theodor Ebert herausgegeben von Kurt-Rainer Meist und Manfred Baum. Verfasser des Anhangs Kurt Rainer Meist.
Band 6: Jenaer Systementwürfe I
Herausgegeben von Klaus Düsing und Heinz Kimmerle.
Band 7: Jenaer Systementwürfe II
Herausgegeben von Rolf Peter Horstmann und Johann Heinrich Trede.
Band 8: Jenaer Systementwürfe III
Herausgegeben von Rolf Peter Horstmann unter Mitarbeit von Johann Heinrich Trede.
Mit einem Beitrag "Die Chronologie der Manuskripte Hegels in den Bänden 4 bis 9" von Heinz Kimmerle.
Band 9: Phänomenologie des Geistes
Herausgegeben von Wolfgang Bonsiepen und Reinhard Heede.
Band 10. Nürnberger Gymnasialkurse und Gymnasialreden (1808-1816)
Band 11: Wissenschaft der Logik. Erster Band
Die objektive Logik (1812/13)
Herausgegeben von Friedrich Hogemann und Walter Jaeschke.
Band 12: Wissenschaft der Logik. Zweiter Band
Die subjektive Logik (1816)
Herausgegeben von Friedrich Hogemann und Walter Jaeschke.
Band 13: Enzyklopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse (1817)
Unter Mitarbeit von Hans-Christian Lucas (†) und Udo Rameil herausgegeben von Wolfgang Bonsiepen und Klaus Grotsch.
Band 14. Grundlinien der Philosophie des Rechts
Hrsg. von Elisabeth Weisser-Lohmann.
Band 15: Schriften und Entwürfe I (1817-1825)
Herausgegeben von Friedrich Hogemann und Christoph Jamme.
Band 16: Schriften und Entwürfe II (1826-1831)
Unter Mitarbeit von Christoph Jamme herausgegeben von Friedrich Hogemann.
Band 17: Vorlesungsmanuskripte I (1816-1831)
Herausgegeben von Walter Jaeschke.
Band 18: Vorlesungsmanuskripte II (1816-1831)
Herausgegeben von Walter Jaeschke.
Band 19: Enzyklopädie der philosophischen Wissen-
schaften im Grundrisse (1827)
Herausgegeben von Wolfgang Bonsiepen und Hans-Christian Lucas.
Band 20: Enzyklopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse (1830)
Unter Mitarbeit von Udo Rameil herausgegeben von Wolfgang Bonsiepen und Hans-Christian Lucas.
Band 21: Wissenschaft der Logik. Erster Band.
Die Lehre vom Sein (1832)
Herausgegeben von Friedrich Hogemann und Walter Jaeschke
Band 22. Exzerpte (1816-1831)
Vorlesungen
Ausgewählte Nachschriften und Manuskripte
Band 1: Vorlesungen über Naturrecht und Staatswissenschaft (1817/18)
Nachschrift P. Wannenmann. Hrsg. von C. Becker, W. Bonsiepen, A. Gethmann-Siefert, F. Hogemann, W. Jaeschke, Ch. Jamme, H.-Ch. Lucas, K. R. Meist, H. Schneider. Mit einer Einleitung von O. Pöggeler.
Band 2: Vorlesung über die Philosophie der Kunst (1823)
Nachschrift von H. G. Hotho. Herausgegeben von A. Gethmann-Siefert.
Bände 3-5: Vorlesungen über die Philosophie der Religion
Herausgegeben von Walter Jaeschke.
Band 3: Teil 1. Der Begriff der Religion
Band 4 a/b: Teil 2. Die bestimmte Religion
In zwei Bänden a: Text b: Anhang. Mit einem Begriffs-, Realien- und Personenverzeichnis zum Gesamtwerk.
Band 5: Teil 3. Die vollendete Religion
Bände 6-9: Vorlesungen über die Geschichte der Philosophie
Herausgegeben von Pierre Garniron und Walter Jaeschke
Band 6: Vorlesungen über die Geschichte der Philosophie
Teil 1: Einleitung in die Geschichte der Philosophie
Orientalische Philosophie
Herausgegeben von Pierre Garniron und Walter Jaeschke.
Band 7: Teil 2. Griechische Philosophie I: Thales bis Kyniker
Band 8: Teil 3. Griechische Philosophie II: Plato bis Proklos
Band 9: Teil 4. Philosophie des Mittelalters und der neueren Zeit
Band 10: Vorlesungen über die Logik (1831)
Nachschrift von Karl Hegel.
Herausgegeben von Hans-Christian Lucas und Udo Rameil.
Band 11: Vorlesungen über Logik und Metaphysik (1817)
Nachschrift von Franz Anton Good.
Herausgegeben von Karen Gloy.
Band 12: Vorlesungen über die Philosophie der Weltgeschichte
(1822/23) Nachschriften von K. G. J. v. Griesheim, H. G. Hotho und F. C. H. V. v. Kehler.
Herausgegeben von Karl Brehmer, Karl-Heinz Ilting und Hoo Nam Seelmann.
Band 13: Vorlesung über die Philosophie des Geistes
Berlin 1827/1828. Nachgeschrieben von Johann Eduard Erdmann und Ferdinand Walter.
Herausgegeben von Franz Hespe und Burkhard Tuschling.
Band 14: Philosophie des Rechts
Mitgeschrieben von Johann Rudolf Ringier (WS 1819/20).
Herausgegeben von Emil Angehrn, Martin Bondeli und Hoo Nam Seelmann.
Band 15: Vorlesungen über philosophische Enzyklopädie (1812/13)
Nachschriften von J. F. H. Abegg und Ch. S. Meinel.
Herausgegeben von Udo Rameil.
Band 16: Vorlesungen über die Philosophie der Natur (Berlin 1819/20)
Nachgeschrieben von Johann Rudolf Ringier.
Herausgegeben von Martin Bondeli und Hoo Nam Seelmann.
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