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Xavier Tilliette
Fede e sapere in dialogo
di Simone Stancampiano

Xavier Tilliette nasce il 23 luglio 1921 a Corbie vicino ad Amiens, nella Francia settentrionale, nella Somme in Picardie, a nord di Parigi. Nel 1938 entra nel noviziato gesuita di Laval, nella Mayenne, e compie i tradizionali studi filosofico-teologici, conseguendo poi la Licenza in filosofia e teologia. Nel 1943 si laurea in Lettere classiche a Grenoble e nel 1946 a Lione ottiene la Licenza in lingua tedesca. Sono questi anni in cui Tilliette, nello scolasticato gesuita di filosofia di Villefranche-sur-Saône vicino Lione, coltiva il progetto, che sarebbe stato sviluppato molto tempo dopo, di una cristologia filosofica: ma l’idea ancora vaga di consacrare i suoi sforzi allo studio filosofico di Cristo, quella fiaccola gli era stata consegnata da un giovane amico svizzero, morto prematuramente, proprio di quella scuola, che era solito leggere S. Agostino.
E’ ordinato sacerdote della Compagnia di Gesù nel 1951. Dal 1947 al 1949 e, successivamente, dal 1954 al 1957 insegna filosofia nel “Collegio San Luigi dei Gonzaga” a Parigi, scuola frequentata dai gesuiti, con corsi sulla fenomenologia ed esistenzialismo. E’ professore di filosofia anche nella Facoltà gesuita di Chantilly, dal 1961 al 1966, insegnando tra l’altro la fenomenologia husserliana. E’ redattore di Études dal 1958 al 1970, così come Segretario della Rivista Archîves de Philosophie fino al 1971, rimanendone  redattore per altri anni, passando da pubblicazioni letterarie a quelle più prettamente filosofiche. Consegue il Dottorato in Filosofia alla “Sorbonne” nel 1969, con una tesi che è la sua prima opera monumentale su Schelling, in due volumi, lavoro preparato in Germania e quasi terminato nel ’68 in Francia proprio mentre i fuochi rivoluzionari del maggio parigino fomentavano gli animi. Insegna episodicamente al “Centre Sèvres” dei gesuiti a Parigi; la sua professione accademica inizia invece più durevolmente come professore di storia della filosofia moderna e contemporanea all’“Institut Catholique” de Paris dal 1969 al 1987 e, parallelamente, alla “Pontificia Università Gregoriana di Roma”, nella Facoltà di Filosofia, dal 1972 al 2000, con corsi sull’Idealismo tedesco, filosofia cristiana e cristologia filosofica. Di entrambi gli atenei è oggi Professore Emerito. Nel 1993 la “Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale” gli conferisce il Dottorato honoris causa in Sacra Teologia.
E’ stato più volte chiamato come professore invitato da numerose e prestigiose università anche statali – sebbene da queste ultime non abbia mai accettato, per scelta religiosa, cattedre –, per conferenze e seminari. In Italia – tra l’altro – a Torino, Ferrara, Urbino (dove insegna la fenomenologia di Husserl), Macerata, Roma (ai Convegni “Enrico Castelli” dal 1965), Napoli (all’“Istituto Italiano per Studi Filosofici” e all’“Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa”), Palermo; in Germania a Monaco, Bonn, Tubinga, Stoccarda, Berlino. La presenza di Tilliette si ritrova inoltre nella cultura in lingua spagnola, portoghese e americana.
Prestigiose istituzioni culturali e accademie europee lo hanno annoverato, nel corso degli anni, tra i propri soci o lo hanno premiato con onorificenze varie, anche di cavaliere, soprattutto per le sue pubblicazioni di filosofia religiosa. Nel 2001 a Berlino la “Humboldt” gli ha conferito una medaglia, così come nello stesso anno è stato premiato dalla “Accademia di Francia”. Dal 2002 è membro della “Bayerische Akademie der Wissenschaften” di Monaco di Baviera. Più recentemente, nel 2006, per il libro Philosophies eucharistiques de Descartes à Blondel, Tilliette ha ricevuto a Parigi un riconoscimento dall’“Académie des Sciences Morales et Politiques”, dell’“Istituto di Francia”. Dal 2006 è anche nel comitato dell’“Accademia di estetica internazionale” di Rapallo. 
Oggi vive a Parigi, al 42 di Rue de Grenelle, che incontra Boulevard Raspail, non lontano dalle chiese di St-Germain-des-Prés e di St-Sulpice.
                                                                                 
Il pensiero filosofico di Tilliette si muove da un lato tra le vette dell’Idealismo tedesco, in principio solo moderatamente appoggiato, poi suo possibile alleato – sia pur rifiutando tutti i suoi esiti panteistici e la riduzione della fede in ragione filosofica, in gnosi cristiana – per vincere il processo di scristianizzazione moderna, il materialismo positivista e la dura contrapposizione illuministica di Francia tra fede e sapere. Dall’altro lato si nutre di spiritualismo francese contemporaneo, coscienziale e immanentistico, con una particolare attenzione alla filosofia cristiana del XIX e XX secolo, che conduce alla cristologia filosofica.
E’ attento conoscitore di Karl Jaspers, Gabriel Marcel, Maurice Merleau-Ponty, Jules Lequier, Paul Claudel e di filosofi contemporanei italiani, in particolare torinesi ed urbinati. Si è occupato inoltre degli scrittori russi dell’800 e recentemente, in ambito contemporaneo, di Vladimir Jankélévitch. Tra i suoi maestri e amici scopriamo Teilhard de Chardin, Henri de Lubac, Von Balthasar.  
Specialista di Schelling, Tilliette impara a conoscere Hegel grazie al suo maestro Chapelle e agli appartenenti della cosiddetta “Scuola hegeliana di Francia”, a coloro cioè che in qualche modo hanno “cattolicizzato” il filosofo di Stoccarda, come Gaston Fessard e Claude Bruaire.
Tra i temi preferiti della filosofia tilliettiana scorgiamo l’Io e la morte, l’intuizione intellettuale, la memoria e il tempo, la mitologia, secolarizzazione e credenza, ragione e fede, filosofia e teologia.
Il gesuita francese segue una via trascendentale, quella che unisce in una sola silloge gli illustri nomi di Kant, Joseph Maréchal, Karl Rahner. In gioco è l’a-priori della ragione, l’Idea Christi, la cui sede originaria è nella coscienza dell’uomo. Tilliette legge Rahner, quello dei Saggi di antropologia soprannaturale, alla luce del Kant de La religione nei limiti della semplice ragione. La scuola belga di Maréchal, che tenta di salvare il trascendentale kantiano all’interno di una gnoseologia realista, illumina la strada. Questa via trascendentale deve comunque terminare – per Tilliette – nella fede della comunità, come lo stesso Hegel ha percepito.
Dall’altra parte numerose sono le figure dello spiritualismo francese che segnano l’animo del nostro gesuita: dagli eponimi Cartesio e Malebrance, passando per Pascal, a Maine de Biran e Jean Nabert; e in Italia, Antonio Rosmini. Ma è il nome di Maurice Blondel, quello dell’Action, lo spiritus rector in Tilliette.
Tuttavia questo spiritualismo – che pone la figura di Cristo al centro della modernità e insiste su quell’Idea Christi, proprietà a-priori dello spirito o della coscienza – tende a non dare piena legittimità alla conoscenza sensibile, connotando quest’ultima anche come illusoria, negando la storicità, l’accadere del fatto cristiano in un determinato tempo e spazio. Uno dei filosofi più recenti che radicalizza questa convinzione è certamente Michel Henry.
Tilliette guarda allora, come contraltare ad un cristianesimo implicito, ad Hans Urs von Balthasar, che mette l’accento sull’importanza del martirio cristiano e sulla storicità, l’esistenza, la Rivelazione del Cristo.
Fin dall’inizio l’intento apologetico di Tilliette, come di tutti i cattolici di Francia della prima metà del ’900, è quello di dimostrare che tra il cristianesimo e pensiero moderno non si trova quella antitesi che invece la vecchia scolastica neo-tomista aveva consacrato. Allora si lavorava per blocchi monolitici per cui da una parte il pensiero francese, dall’altra la neo-scolastica: in gioco era la legittimità – è forte il richiamo al famoso dibattito degli anni ’30  del secolo scorso proprio in Francia – della stessa “filosofia cristiana”, che appariva una contraddizione in termini. Dibattito questo – per Tilliette – mal avviato e mal concluso, tanto da farne una “arena dei cattolici” (Jacques Maritain).
La lunga eco del problema si farà sentire anche molto più tardi, nel noto Convegno di Gallarate tra professori universitari del 1975, dove Tilliette presenta, per la prima volta in Italia, il progetto di una cristologia filosofica, trovando l’opposizione di Cornelio Fabro.
Ma il teologo è desideroso d’ascoltare voci diverse da quelle delle persone di mestiere, le voci dei “confratelli dell’altra Facoltà”, i filosofi. E il filosofo in cerca di teologia si rivolge di preferenza al teologo in cerca di filosofia, scorgendo nel tema della morte di Cristo il luogo di incontro adeguato. La “filosofia cristiana” è, in sede filosofica, il vincolo e allo stesso tempo un test della auspicata – per Tilliette – solidarietà tra teologia e filosofia, così come viceversa la “teologia fondamentale”, in sede teologica, è il banco di prova dell’interesse della teologia per la filosofia. Anche il filosofo tout court, che di fronte al dramma del Cristo riflette sul male, la sofferenza e la morte, può iscriversi alla scuola austera del cristianesimo.
L’ultima conquista di Tilliette è il ritorno ad un approccio fenomenologico alla filosofia, di taglio antropologico di rahneriana memoria. E’ il concetto di “persona”, che il nostro gesuita tenta di applicare alla sua cristologia filosofica. In effetti le stesse filosofie cristiane contemporanee, per esempio di Blondel, di Edith Stein, di Teilhard de Chardin (e ancora di Culmann, Mouroux, Gustav Siewerth, J.-L. Marion, ecc.) hanno rivelato il Cristo come Universo, Uomo Misura-di-tutte-le-cose, Nuovo Adamo, Mistero del mondo e del tempo. Ma c’è il pericolo – aggiunge Tilliette – che le tante rappresentazioni che derivano, esplicitamente o implicitamente, dall’origine cristica – l’Idea Christi si è declinata in simboli e schemi anche nella letteratura e nelle opere d’arte – diventino meri surrogati del Cristo, se la secolarizzazione culturale li fa propri.

 

OPERE

La produzione scientifica di Tilliette è immensa – ben oltre le 2000 pubblicazioni – puntellata da monografie, saggi, articoli in riviste, recensioni, voci lessicali, traduzioni; così come diversi sono i suoi campi di interesse. Da giovane è stato un critico cinematografico (anche dei film di Ingmar Bergman), un letterato e un amante della poesia. Poi filosofo (la sua professione), storico della filosofia moderna e contemporanea, anche se lui ama considerarsi un teologo prestato alla filosofia. Infatti – come è stato correttamente osservato – la cristologia filosofica, il cui sviluppo (si è detto) appartiene alla maturità professionale di Tilliette, ha orientato la sua riflessione filosofica verso un’esigenza teologica: ossia verso tematiche religiose e teologiche presenti proprio nella storia della filosofia moderna e contemporanea. Qui riportiamo le sue monografie.

Karl Jaspers: théorie de la vérité, métaphysique des chiffers, foi philosophique, Coll. Théologie, Aubier-Montaigne, Paris 1960

Existence et littérature, Desclée de Brouwer, Paris 1961

Philosophes contemporains: G. Marcel, M. Merleau-Ponty, K. Jaspers, Desclée de Brouwer, Paris1962

Jules Lequier ou le torment de la liberté, Desclée de Brouwer, Paris 1964

Maurice Merleau-Ponty ou la mesure de l’homme, Seghers, Paris 1970

Schelling: une philosophie en devenir, 2 volumi: – 1. Le système vivant (1794-1821). 2. La dernière philosophie (1821-1854), Bibliothèque d’histoire de la philosophie, Vrin, Paris 1970 [1992²]

Attualità di Schelling, Biblioteca di Filosofia, Mursia, Milano 1974

Schelling im Spiegel seiner Zeitgenossen, Bottega di Erasmo, Torino 1974

Schelling im Spiegel seiner Zeitgenossen. Ergänzungsband. Melchior Meyr über Schelling, Bottega di Erasmo, Torino 1981

Breve introduzione alla fenomenologia husserliana, Itinerari, Lanciano 1983

La Mythologie comprise. L’interprétation schellingienne du paganisme, Bibliopolis, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli 1984

La christologie idéaliste, Desclée de Brouwer, Paris 1986

L’Absolu et la philosophie. Essais sur Schelling, Coll. Épiméthée, Presses Universitaires de France, Paris 1987

Schelling im Spiegel seiner Zeitgenossen, 3. Zusatzband, Mursia, Milano 1988

Filosofi davanti a Cristo, Queriniana, Brescia 1989 [1991²]

Le Christ de la philosophie. Prolégomènes à une christologie philosophique, Éditions du Cerf, Paris 1990

La Semaine Sainte des philosophes, Desclée de Brouwer, Paris 1992

La Settimana Santa dei filosofi, Morcelliana, Brescia 1992 (2003²) [trad. di La Semaine Sainte des philosophes, 1992]

Le Christ des philosophes. Du Maître de sagesse au divin Témoin, Culture et Vérité, Namur-Paris 1993 [ed. francese rivista e ampliata di Filosofi davanti a Cristo, 1989]

La cristologia idealista, Queriniana, Brescia 1993 [trad. di La christologie idéaliste, 1986]

El Cristo de la filosofia, Cristianismo y sociedad, Desclée de Brouwer, Bilbao 1994 [trad. di Le Christ de la philosophie, 1990]

Il Cristo dei non-credenti e altri saggi di filosofia cristiana, Editrice Ave, Roma 1994

L’intuition intellectuelle de Kant à Hegel, Bibliothèque d’histoire de la philosophie, Vrin, Paris 1995

Il Cristo della filosofia. Prolegomeni a una cristologia filosofica, Morcelliana, Brescia 1997 [trad. di Le Christ de la philosophie, 1990]

Omaggi. Filosofi italiani del nostro tempo, Morcelliana, Brescia 1997 [su M.F. Sciacca, Luigi Pareyson, Alberto Caracciolo, Enrico Castelli, Augusto Del Noce e su filosofi di Urbino]

Schelling im Spiegel seiner Zeitgenossen, 4. Nachklänge, Mursia, Milano 1997

Philosophische Christologie. Eine Hinführung, Johannes, Einsiedeln/Freiburg 1998 [trad. di Le Christ de la philosophie, 1990]

Schelling. Biographie, Calmann-Lévy, Paris 1999

L’intuizione intellettuale da Kant a Hegel, Morcelliana, Brescia 2001 [trad. di L’intuition intellectuelle de Kant à Hegel, 1995]

Les philosophes lisent la Bible, Éditions du Cerf, Paris 2001

Del male e del bene, Città Nuova, Roma 2001

La mythologie comprise. Schelling et linterprétation du paganisme, Bibliothèque d’histoire de la philosophie, nouvelle série,Vrin, Paris 2002 [2.ed. rivista e ampliata di La Mythologie comprise. L’interprétation schellingienne du paganisme, 1984]

Jésus romantique, Desclée de Brouwer, Paris 2002

La Mémoire et l’Invisible, Ad Solem, Genève 2002

Fichte. La science de la liberté, Bibliothèque d’histoire de la philosophie, nouvelle série, Vrin, Paris 2003

I filosofi leggono la Bibbia, Queriniana, Brescia 2003 [trad. di Les philosophes lisent la Bible, 2001]

La Chiesa nella filosofia, Morcelliana, Brescia 2003
    
Che cos’è cristologia filosofica?, Il pellicano rosso, Nuova serie, Morcelliana, Brescia 2004

Schelling. Biographie, Klett-Cotta, Stuttgart 2004 [trad. di Schelling. Biographie 1999] 

Le jésuite et le poète. Éloge jubilaire à Paul Claudel, Éditions de Paris, Versailles 2005

Philosophies eucharistiques de Descartes à Blondel, Éditions du Cerf, Paris 2006

L’Église des philosophes, Éditions du Cerf, Paris 2006 [trad. di La Chiesa nella filosofia, 2003]

PUBBLICATO IL : 30-04-2007
@ SCRIVI A Simone Stancampiano
 

 
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