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AA.VV., Filosofia della medicina. La malattia che si cura di sé.
I libri di Montag, Manifestolibri, 2001

di Fabrizio De Luca

Il sesto volume della collana "Montag" concentra la sua attenzione sui problemi logici, epistemologici ed etici della scienza medica, sia nella sua prassi scientifica che nella sua attività clinica. Gli autori, come viene affermato nell'Introduzione, si sono soffermati su alcuni concetti fonda-mentali, riportando le varie esperienze che contraddistinguono i loro campi di studio (filosofia e va-ri campi della medicina).

Luigi Turinese (Il concetto di modello reattivo come strumento ermeneutico: oltre l'omeopatia) ha svolto alcune considerazioni sulla causa di una malattia, definendo l'impossibilità di definirla in modo deterministico ed univoco ed evidenziando la funzione fondamentale della re-lazione terapeutica. Ambrogio Borsani (Emicrania: la meta-malattia scambiata per metà malattia) mostra come la medicina nella sua ricerca delle cause di una malattia, partendo dalla necessità di costituire una soluzione terapica ad essa, non instaura un rapporto di continuità, come nel caso dell'emicrania, tra malattia da sanare e cura.

Alcuni autori hanno posto l'accento sull'importanza del carattere soggettivo, e non solo og-gettivo-scientifico, della malattia ed in modo particolare la sua influenza nel rapporto fra medico e paziente e nella ricerca medica in generale. Nell'intervista di Guido Traversa a Massimo Biondi (Stati mentali e stati psicopatologici) sono discussi vari temi. Al centro delle questioni vi è sicura-mente la dimensione soggettiva quale fondamento del processo diagnostico e terapeutico. Di conseguenza lo psichiatra (Biondi) mette in rilievo come nel campo dei disturbi mentali la distinzione tra normalità e malattia non è netta né è possibile assumere in questo ambito un campo di ricerca uni-camente biologico od unicamente psicologico. La ricerca deve basarsi su un modello che Biondi chiama terapia integrata-sequenziale, in cui il "tutto" biologico ed il "tutto" psicologico" si integrano o si susseguono per risolvere nel modo migliore il problema. Nell'articolo "Perché ero più sano dei dottori". Terapie endogene ed empatia Guido Traversa e Luca Nostro si interrogano, rispetto alle patologie mentali, sulla concezione di sanità e malattia all'interno di una pratica terapeutica, soffermandosi in special modo sulla percezione che il malato ha di se stesso in determinate situazioni, evidenziando l'importanza dell'empatia nel processo terapeutico. Dorthe Berntsen ("Io sono quello che sono". La tautologia nella fenomenologia della depressione) analizza il fenomeno della percezione di sé di un depresso, rilevando come i ricordi del passato possano avere un effetto positivo sul soggetto oltre l'autocomprensione tautologica che egli si è costruito.

Interessanti sono i contributi di Cecilia Pizzi e Monica Fadda che mostrano la necessità dell'interazione fra paziente e operatore sanitario nella cura di varie patologie. Cecilia Pizzi (Un re-spiro di sollievo. Sulle terapie respiratorie) pone l'attenzione sull'importanza della componente soggettiva all'interno delle attività fisioterapiche legate alle patologie respiratorie. L'A. sottolinea come la necessità di dare ascolto ai bisogni dei pazienti sia, nella riabilitazione dalle malattie respiratorie, molto più fondamentale dei protocolli terapici precostituiti. Monica Fadda (La signora C.: un caso di cura della depressione) espone, nel campo psichiatrico, la stessa esigenza di comunicazione tra il paziente ed il curatore. L'A. descrive un caso concreto di depressione, sottolineando come sia difficile interagire in modo proficuo con il paziente in una terapia, in quanto "è il paziente che definisce il tutto" (p. 135).

Altra questione sviluppata è quella della "classificazione delle malattie". Gianluca Cinotti (Il decorso naturale della malattia: ciò che il medico non può ignorare. Il caso emblematico delle pa-tologie muscoloscheletriche) opera alcune riflessioni sul concetto di "storia naturale della malattia" nel campo dell'ortopedia, ossia la sua "evoluzione clinica e anatomopatologica in assenza di alcun trattamento" (p. 86). Franco Voltaggio pone l'attenzione Sulla storia naturale della coscienza. Egli svolge alcune considerazioni, dapprima partendo dalla tradizione filosofica che ha in Hegel il suo culmine, di seguito delineando le indagini circa il processo di formazione naturale dell'Io che nell'immunologia hanno trovato risultati importanti. Gian Luigi Lenzi (intervistato da Brunella Antomarini e Luca Nostro ne Le emozioni degli altri: verso nuove terapie dei disturbi emozionali), partendo dal suo lavoro di neurologo clinico, analizza il fenomeno delle "emozioni". Egli cerca di mettere in evidenza come il rapporto empatico-emozionale fra individui possa essere studiato al fine di risolvere alcuni disturbi emozionali del soggetto. Dal punto di vista delle neuroscienze, egli espone l'importanza dell'imitazione delle emozioni altrui nell'equilibrio di un individuo.

Brunella Antomarini (Per una bioestetica. Note sull'arte della medicina), svolgendo alcune riflessioni a partire dagli articoli di Biondi, Traversa, Nostro e Pizzi, afferma come la dimensione estetica (e non etica), sostanzializzata in una condivisione di emozioni e sentimenti tra malati e sani, sia importante nell'esperienza della sofferenza, in modo che essa abbia uno statuto di "dignità" e "orgoglio".

Invece Dario Sacchini (Il laboratorio biomedico come luogo di intersezione filosofica), dopo aver definito il laboratorio biomedico "il luogo che, nell'ambito della biomedicina, è dotato di appa-recchiature e strutture utilizzate da specialisti "ad hoc" per scopi conoscitivi (ricerca, diagnosi) e curativi, pur sottolineando che a tutt'oggi il primo scopo è certamente più sviluppato del secondo" (p. 90), esamina alcune questioni epistemologiche legate all'attività scientifica ed alla medicina in particolare. Dopo aver esposto le varie correnti dell'epistemologia sui caratteri metodologici della scienza, egli cerca di determinare quale epistemologia è più adeguata al LBM (Laboratorio biome-dico). Egli afferma che, per risolvere i problemi legati alla malattia, la medicina deve oscillare fra un carattere normativo standardizzato ed uno evolutivo legato alla sperimentazione. In vista della cura di una malattia, inoltre, nell'attività medica devono avere statuto valori epistemici e non epistemici (primi fra tutti i valori etici), chiamati a "cooperare" per raggiungere lo scopo.

Come in ogni numero di "Montag" il volume si chiude con il glossario, Sed contra, in cui vengono definiti alcuni termini-chiave trattati nei vari articoli.

PUBBLICATO IL : 01-01-2005
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