Il sesto volume della collana "Montag" concentra la sua attenzione
sui problemi logici, epistemologici ed etici della scienza medica, sia nella
sua prassi scientifica che nella sua attività clinica. Gli autori, come
viene affermato nell'Introduzione, si sono soffermati su alcuni concetti fonda-mentali,
riportando le varie esperienze che contraddistinguono i loro campi di studio
(filosofia e va-ri campi della medicina).
Luigi Turinese (Il concetto di modello reattivo come strumento ermeneutico:
oltre l'omeopatia) ha svolto alcune considerazioni sulla causa di una malattia,
definendo l'impossibilità di definirla in modo deterministico ed univoco
ed evidenziando la funzione fondamentale della re-lazione terapeutica. Ambrogio
Borsani (Emicrania: la meta-malattia scambiata per metà malattia) mostra
come la medicina nella sua ricerca delle cause di una malattia, partendo dalla
necessità di costituire una soluzione terapica ad essa, non instaura
un rapporto di continuità, come nel caso dell'emicrania, tra malattia
da sanare e cura.
Alcuni autori hanno posto l'accento sull'importanza del carattere soggettivo,
e non solo og-gettivo-scientifico, della malattia ed in modo particolare la
sua influenza nel rapporto fra medico e paziente e nella ricerca medica in generale.
Nell'intervista di Guido Traversa a Massimo Biondi (Stati mentali e stati psicopatologici)
sono discussi vari temi. Al centro delle questioni vi è sicura-mente
la dimensione soggettiva quale fondamento del processo diagnostico e terapeutico.
Di conseguenza lo psichiatra (Biondi) mette in rilievo come nel campo dei disturbi
mentali la distinzione tra normalità e malattia non è netta né
è possibile assumere in questo ambito un campo di ricerca uni-camente
biologico od unicamente psicologico. La ricerca deve basarsi su un modello che
Biondi chiama terapia integrata-sequenziale, in cui il "tutto" biologico
ed il "tutto" psicologico" si integrano o si susseguono per risolvere
nel modo migliore il problema. Nell'articolo "Perché ero più
sano dei dottori". Terapie endogene ed empatia Guido Traversa e Luca Nostro
si interrogano, rispetto alle patologie mentali, sulla concezione di sanità
e malattia all'interno di una pratica terapeutica, soffermandosi in special
modo sulla percezione che il malato ha di se stesso in determinate situazioni,
evidenziando l'importanza dell'empatia nel processo terapeutico. Dorthe Berntsen
("Io sono quello che sono". La tautologia nella fenomenologia della
depressione) analizza il fenomeno della percezione di sé di un depresso,
rilevando come i ricordi del passato possano avere un effetto positivo sul soggetto
oltre l'autocomprensione tautologica che egli si è costruito.
Interessanti sono i contributi di Cecilia Pizzi e Monica Fadda che mostrano
la necessità dell'interazione fra paziente e operatore sanitario nella
cura di varie patologie. Cecilia Pizzi (Un re-spiro di sollievo. Sulle terapie
respiratorie) pone l'attenzione sull'importanza della componente soggettiva
all'interno delle attività fisioterapiche legate alle patologie respiratorie.
L'A. sottolinea come la necessità di dare ascolto ai bisogni dei pazienti
sia, nella riabilitazione dalle malattie respiratorie, molto più fondamentale
dei protocolli terapici precostituiti. Monica Fadda (La signora C.: un caso
di cura della depressione) espone, nel campo psichiatrico, la stessa esigenza
di comunicazione tra il paziente ed il curatore. L'A. descrive un caso concreto
di depressione, sottolineando come sia difficile interagire in modo proficuo
con il paziente in una terapia, in quanto "è il paziente che definisce
il tutto" (p. 135).
Altra questione sviluppata è quella della "classificazione delle
malattie". Gianluca Cinotti (Il decorso naturale della malattia: ciò
che il medico non può ignorare. Il caso emblematico delle pa-tologie
muscoloscheletriche) opera alcune riflessioni sul concetto di "storia naturale
della malattia" nel campo dell'ortopedia, ossia la sua "evoluzione
clinica e anatomopatologica in assenza di alcun trattamento" (p. 86). Franco
Voltaggio pone l'attenzione Sulla storia naturale della coscienza. Egli svolge
alcune considerazioni, dapprima partendo dalla tradizione filosofica che ha
in Hegel il suo culmine, di seguito delineando le indagini circa il processo
di formazione naturale dell'Io che nell'immunologia hanno trovato risultati
importanti. Gian Luigi Lenzi (intervistato da Brunella Antomarini e Luca Nostro
ne Le emozioni degli altri: verso nuove terapie dei disturbi emozionali), partendo
dal suo lavoro di neurologo clinico, analizza il fenomeno delle "emozioni".
Egli cerca di mettere in evidenza come il rapporto empatico-emozionale fra individui
possa essere studiato al fine di risolvere alcuni disturbi emozionali del soggetto.
Dal punto di vista delle neuroscienze, egli espone l'importanza dell'imitazione
delle emozioni altrui nell'equilibrio di un individuo.
Brunella Antomarini (Per una bioestetica. Note sull'arte della medicina),
svolgendo alcune riflessioni a partire dagli articoli di Biondi, Traversa, Nostro
e Pizzi, afferma come la dimensione estetica (e non etica), sostanzializzata
in una condivisione di emozioni e sentimenti tra malati e sani, sia importante
nell'esperienza della sofferenza, in modo che essa abbia uno statuto di "dignità"
e "orgoglio".
Invece Dario Sacchini (Il laboratorio biomedico come luogo di intersezione
filosofica), dopo aver definito il laboratorio biomedico "il luogo che,
nell'ambito della biomedicina, è dotato di appa-recchiature e strutture
utilizzate da specialisti "ad hoc" per scopi conoscitivi (ricerca,
diagnosi) e curativi, pur sottolineando che a tutt'oggi il primo scopo è
certamente più sviluppato del secondo" (p. 90), esamina alcune questioni
epistemologiche legate all'attività scientifica ed alla medicina in particolare.
Dopo aver esposto le varie correnti dell'epistemologia sui caratteri metodologici
della scienza, egli cerca di determinare quale epistemologia è più
adeguata al LBM (Laboratorio biome-dico). Egli afferma che, per risolvere i
problemi legati alla malattia, la medicina deve oscillare fra un carattere normativo
standardizzato ed uno evolutivo legato alla sperimentazione. In vista della
cura di una malattia, inoltre, nell'attività medica devono avere statuto
valori epistemici e non epistemici (primi fra tutti i valori etici), chiamati
a "cooperare" per raggiungere lo scopo.
Come in ogni numero di "Montag" il volume si chiude con il glossario,
Sed contra, in cui vengono definiti alcuni termini-chiave trattati nei vari
articoli.
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