Signore e signori mi congratulo con voi per la decisione di istituire nell’Università italiana un master in “Consulenza filosofica”. Allo stesso tempo vi assicuro che so molto bene come in questo modo voi addossate alla vostra coscienza un programma ambizioso e delicato e che alcuni di voi esitano ad assumersi la responsabilità che è immancabilmente connessa con questo passo.
E non vi è dubbio che c’è una significativa differenza se un vostro allievo fa una magra
figura con un’interpretazione discutibile di un testo classico o viene convinto da attenti ascoltatori
di un’argomentazione sciatta o dimostra a tratti grosse lacune nell’ambito della preparazione che ci
si attende da lui, o invece si tira indietro nel caso in cui una persona in difficoltà si rivolge a lui,
disperata, forse amareggiata e delusa dalla vita, scoraggiata, poiché non vede più nessuna uscita dai
vicoli ciechi in cui si è smarrita la sua vita, forse determinata a porre termine alla sua esistenza
rovinata, forse intenzionata ad abbandonare moglie e figli, forse moglie di un uomo con il quale ha
vissuto per decenni e dal quale si è separata a causa di un altro. Forse la persona che si è presentata
sconsolata e demoralizzata, avvilita da un destino duro e amaro nell’ambulatorio di uno dei vostri
allievi è precipitata in uno stato di profonda prostrazione poiché ha trascorso la vita in un modo che
non le ha consentito di avere figli ed ora è troppo tardi. Ella tuttavia è assillata dal pensiero di aver
sprecato la propria vita. Può darsi invece che il vostro allievo venga interpellato da un uomo che ha
avuto successo in una professione che però lo ha intimamente danneggiato e l’ha reso un rottame –
secondo le sue parole. Oppure si presenta una persona che racconta della sfortuna che nessuno le
presta attenzione, che nessuno la prende in considerazione, che nessuno la ama, che tutto ciò che
intraprende fallisce e che tutto ciò in cui si cimenta non si realizza e ora questa persona si sente sola
e miserabile. Oppure si presenta da lui un cittadino onorato e in vista la cui figlia ruba e minaccia di
essere risucchiata in cattivi ambienti. Oppure un altro, il cui figlio è andato a finire nel mondo della
droga ed alla fine è morto in seguito ad una overdose. Il paziente del vostro allievo è tormentato dal
pensiero che lui in quanto padre e lei in quanto madre avrebbero fallito la propria funzione,
avrebbero voluto non prendere atto della situazione e rendersi conto quando il destino del proprio
figliolo aveva iniziato a delinearsi. E quando infine avevano iniziato a rendersi conto non erano stati
tuttavia capaci di porre un argine alla rovina. Forse si presenta dal vostro allievo una persona che un
tempo da medico guadagnava molto denaro, un giorno però fu vittima della truffa di un’impresa che
lo ridusse sul lastrico infine perdette anche quel poco che gli era rimasto in quanto tentò di aver
ragione proseguendo la causa fino alla terza istanza – un altro Kohlhaas, un nuovo Giobbe il quale
nella sua rovina fu anche abbandonato dalla moglie e divenne preda di innumerevoli malattie. O
forse si presenta dal vostro allievo una persona tormentata dai dubbi, ella disporrebbe della terribile
capacità della chiaroveggenza, la donna racconta gli avvenimenti di cui avrebbe avuto delle
premonizioni, così ora si chiede se per caso non sia una strega. O anche si annuncia una persona che
ammette di essere stata rovinata dall’alcool, senza sapere come poter fare a salvarsi. O anche un
altro è precipitato in una condizione di lutto senza fine, poiché la donna da lui amata lo ha
abbandonato o ancora un altro che riferisce in stato confusionale smarrito e deluso che la moglie lo
avrebbe denunciato alla polizia per aver compiuto abusi sessuali su uno dei loro figli comuni, che
ella pretenderebbe di tenere esclusivamente con sé. Questa accusa non è vera, è infamante e il
sospetto è sufficiente a farlo precipitare all’inferno, a distruggerlo e a rovinarlo per sempre. In
ancora un altro caso si presenterebbe dal vostro allievo una donna che racconta di una terapia fallita
e del soggiorno in una clinica in cui ella si è sentita quasi completamente distrutta, poiché una
giovane terapeuta le avrebbe suggerito di essere stata in gioventù oggetto delle attenzioni moleste
del padre, se in un primo momento ha creduto alle parole della terapeuta ora non sa più a cosa
credere ed è sicura solo di una cosa, di voler porre fine a tutto.
Come potete vedere questo piccolo catalogo può servire a rendere comprensibile che
ciascuno di voi si deve sentire chiamato in causa per una responsabilità onerosa, quella di formare,
in quanto filosofo, allievi che sappiano fronteggiare tali situazioni e che non solo si limitino a
sopportare e a non fare niente di sbagliato ma possano attivamente ed efficacemente mettere in atto
ausili e presidi per trovare soluzioni da comunicare alla persona sotto pressione, per consolarla,
infonderle coraggio, aiutarla a venire a capo della propria vita in modo da poterla attivamente
indirizzare, da conciliarla con il proprio destino, aiutarla anche al di là di se stessa...
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Il saggio è gia stato pubblicato in “I saperi sull’umano il saper umano la consulenza filosofica” a cura di Vanna Gessa Kurotschka, pubblicato sul sito dell’ Università di Cagliari, il testo è protetto da licenza creativecommons .
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