Un convegno su “I saperi umani e la consulenza filosofica” è un’interessante occasione di
confronto su uno dei temi che in questi ultimi tempi mi impegna maggiormente. Per spiegarne le
ragioni, voglio premettere che, parlando di “saperi”, mi riferirò principalmente a quelli filosofici,
ma anche che, a mio parere, una rigida distinzione tra saperi filosofici e scientifici non ha ragion
d’essere, essendo i primi niente altro che conoscenze sulla realtà che hanno trovato una
sistematizzazione di senso all’interno di un’ideale comprensione filosofica del mondo. Ogni
conoscenza, quando venga compresa nel suo significato più ampio, diviene filosofica, come
dimostrano forme di sistematizzazione della realtà antiche (Aristotele), moderne (Hegel) e
contemporanee (Quine).
Da diversi anni mi occupo di consulenza filosofica, sia dal punto di vista teorico (ho
pubblicato numerosi studi in materia), sia come professionista (pratico dal 2000 la professione di
consulente filosofico), sia infine come formatore (per Phronesis – Associazione Italiana per la
Consulenza Filosofica, che attualmente presiedo). Attraverso queste esperienze ho maturato la
convinzione che la definizione di un itinerario formativo non sia cosa né semplice, né univoca.
Ritengo che ciò dipenda in parte proprio dall’importanza che hanno in filosofia – e perciò anche in
consulenza – i molteplici e altamente diversificati saperi (non solo nessuno può essere possessore
di “tutti” i saperi, ma non è neppure pensabile che, tra i filosofi, vi sia un accordo generale su quali
siano i saperi “indispensabili” alla filosofia), in parte dalle differenze che vi sono tra filosofia tout
court e consulenza filosofica, in parte infine dal fatto che quest’ultima – ma, come vedremo, anche
la filosofia stessa – è una pratica, e pertanto la mera appropriazione di saperi specialistici è per essa
tanto necessaria, quanto insufficiente. Proprio per questo, sono oggi dell’idea che per formarsi alla
consulenza siano sì importanti determinati (e in certa misura selezionati e mirati) “contenuti” di
conoscenza – che peraltro ogni laureato in filosofia dovrebbe già aver, almeno in parte, come
bagaglio di base – , ma lo siano ancor più gli elementi “formali” idonei all’organizzazione e all’uso
di quei contenuti all’interno dell’agire filosofico.
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Il saggio è gia stato pubblicato in “I saperi sull’umano il saper umano la consulenza filosofica” a cura di Vanna Gessa Kurotschka, pubblicato sul sito dell’ Università di Cagliari, il testo è protetto da licenza creativecommons .
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