In questo lavoro abbozzo una teoria metafisica unificata che potremmo chiamare “meinongianismo modale”, perché combina temi meinonghiani con un’ontologia modale non standard. La teoria è basata su (1) un principio di comprensione per oggetti in versione non ristretta, ma parametrizzata a mondi; e (2) l’uso di un framework modale che include mondi impossibili, oltre che mondi possibili. Comincio considerando i prin-cipi dell’ontologia del vecchio Meinong, e le due famose obiezioni di Russell: (a) l’accusa di incoerenza logica, e (b) l’affermazione che il meinonghianismo ingenuo consente di dimostrare l’esistenza di quel che si vuole. Quindi, introduco i mondi im-possibili e fornisco giustificazioni indipendenti a favore della loro utilità; propongo un’applicazione della teoria alla metafisica degli oggetti finzionali; e infine, considero un’obiezione classica di David Lewis contro gli impossibilia, e rispondo ricorrendo a una concezione ersatz dei mondi.
1. Pro Meinong
Chiamiamo finzionali gli oggetti che vengono menzionati e descritti in opere, storie, miti, racconti, etc. In questo senso ampio, un oggetto finzionale può ben esistere, o esse-re esistito: Virgilio è (presumibilmente) esistito e figura nella Divina commedia, ad e-sempio. La maggior parte degli oggetti finzionali, però, non esiste: Babbo Natale, Sher-lock Holmes, la Montagna d’Oro, e naturalmente il solito Pegaso. Diciamo che queste cose sono puramente finzionali – e sono anche le protagoniste del presente saggio.
Noi ci riferiamo a, menzioniamo, e parliamo di, cose che non esistono. Su di esse facciamo affermazioni che possono avere un valore di verità e, in particolare, possono essere vere:
(1)Pegaso è il cavallo alato cavalcato da Bellerofonte;
(2)Un cerchio quadrato è un oggetto impossibile;
(3) Sherlock Holmes è un detective con formidabili capacità deduttive.
Ora, il meinonghianismo – grossomodo: la famiglia di teorie metafisiche ispirate al lavoro del filosofo austriaco Alexius Meinong (1853-1920) – promette un trattamento prima facie piuttosto semplice della semantica degli enunciati che coinvolgono entità (puramente) finzionali. La semplicità viene dall’intuitività, prima facie, dell’ontologia sottostante. Vediamo un paio di idee di base.
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