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Freud e il Mosè di Michelangelo Intervista a Francesco Saverio Trincia di Federico Lijoi, Fabrizio De Luca
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A me è capitato di pensare che il Mosè michelangiolesco fosse agli occhi di Freud un grande modello umano proprio perché non era solo tale. Il Mosè michelangiolesco non è, secondo la mia tesi, un Mosè storico né nel senso banale del termine né nel senso della riferibilità alla storia sacra narrata... |
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Heidegger e il problema della metafisica Intervista a Friedrich-Wilhelm von Herrmann di Federico Lijoi
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La storia della metafisica viene vista in questi termini da Heidegger, come storia delle grandi filosofie, di insuperate e insuperabili montagne; montagne che possono essere esperite solo nel loro ergersi e solamente così possono essere interpretate. Non è possibile che la metafisica possa essere letta diversamente, per esempio come un voler superare, come una volontà-di-vincere da parte di una posizione metafisica ... |
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Per Jacques Derrida / 2 Intervista a Jean-Luc Nancy di Lorenzo Fabbri
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Non sto attribuendo a Derrida una statura mitica: al contrario è molto semplicemente ciò a cui è destinata quel genere di grandezza che oltrepassa, e in un certo senso devasta, colui che ella stessa abita... |
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Per Jacques Derrida / 1 Intervista a Maurizio Ferraris di Federico Lijoi
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Semplicemente in questo: l’ermeneutica sostiene che l’interpretazione è infinita, e che anche il dialogo può durare all’infinito. Ma è ovvio che non è così. Non si può né interpretare né dialogare all’infinito, prima o poi, e in genere più prima che poi, viene il momento in cui si deve decidere e scegliere. |
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L'attualità di Hegel Intervista a Walter Jaeschke. di Giorgio Cesarale
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Pochi pensatori hanno con così forza
come Hegel rilevato il carattere storico della filosofia. Per
Hegel la filosofia è il “suo tempo appreso in pensieri”.
Ma pochi pensatori hanno anche così fortemente rilevato
come Hegel, che la filosofia non trascorre allo stesso modo delle
strutture sociali o anche delle religioni e delle tendenze di
stile. |
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Intervista a Emilio Garroni di Isabella Aguilar
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Se non abbiamo compreso nulla, non possiamo neppure raccontare:
il racconto non nascerebbe neppure o, a una comprensione minima,
si articolerebbe soltanto in forma schematica e, più che
ingenua, rozza. Una storia, per essere avvertita come storia,
deve presupporre e nello stesso tempo contenere una comprensione
o più modi di comprensione raggiunti o ipotizzati o ricostruiti
e in ogni caso anche manifestati nel testo. |
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La filosofia come narrazione Intervista a Giovanni Invitto di Isabella Aguilar
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Penso che il narrare abbia un valore al di là della sua
dimensione etica, della sua dimensione consolatoria, o di conforto,
a cui io stesso faccio riferimento. Penso che il narrare sia una
categoria universale che comprende tutte le forme espressive del
soggetto. |
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Heidegger e Leibniz. Intervista a Renata Viti Cavaliere di Federico Lijoi
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Heidegger ha
dato sempre più importanza alla questione della tecnica,
ai cambiamenti epocali, alle scansioni della storia della metafisica
come destino dell’Essere. Si è sempre più
inoltrato per i cammini del pensiero poetante, trascurando a mio
avviso di ribadire le articolazioni necessarie al compito critico,
“politico”, discussivo e comunicativo del discorso
(non a caso in concomitanza con il declino della democrazia in
Germania). |
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