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Le nuove sfide della linguistica cognitiva di Giulia Andrighetto
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Per comprendere di cosa si parla quando si parla di linguistica cognitiva è necessario fare riferimento alla svolta che a partire dagli anni '50 del Novecento ha trasformato la psicologia. Era il 1956 quando negli Stati Uniti rappresentanti di discipline scientifiche differenti si riuniscono intorno ad un progetto epistemologico comune, conosciuto sotto il nome di "programma cognitivista".... |
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Verso una linguistica cognitiva intersoggettiva Intervista a William Croft di Giulia Piredda
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A mio avviso la linguistica cognitiva è un movimento storico che rappresenta una sfida sia per la semantica vero-condizionale che per la linguistica generativa. Questa interpretazione deriva dal fatto che mi sono formato negli Stati Uniti nel corso degli anni Settanta e Ottanta.... |
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La grammatica cognitiva Intervista a Ronald Langacker di Giulia Andrighetto
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La Linguistica Cognitiva si è sviluppata negli ultimi venticinque anni, e a livello mondiale è sempre più conosciuta e accettata. In contrasto con la visione modulare sposata dalla tradizione generativa... |
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Per una lettura di Pier Paolo Pasolini di Daniele Mastrangelo
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Nel 1962 poco dopo la morte di Marilyn Monroe, Pasolini le dedica una poesia che sarà poi cantata da Laura Betti su musica di Marcello Panni e che tornerà l’anno successivo nel film La rabbia questa volta recitata da Bassani. Ha l’andamento di uno stornello melanconico con un refrain sul mondo, crudele, che deruba l’attrice della sua bellezza insegnandogliela... |
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Di quel luogo in cui non piove mai Intervista ad Ascanio Celestini di Giulia Frezza, Daniele Mastrangelo, Emanuele Profumi
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"Il teatro è verità! Quello che succede sul palcoscenico non la storia che racconto io. Quella che racconto io po esse vera e po esse inventata. Ma che io sto veramente sul palcoscenico, su questo non ce piove…se ce piove piove anche sul palcoscenico…" (risate generali)
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Della percezione, ovvero: per un nuovo teatro Intervista a Marco Baliani di Giulia Frezza, Daniele Mastrangelo, Emanuele Profumi
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Quello che ancora mi interessa di questi lavori di Pasolini è la dimensione del rapporto linguistico. E' l'idea di poter trattare un materiale mitico con un linguaggio contemporaneo e quindi è una direzione epica quella che poi ha tradotto in immagini molto potenti e che forse sono rimaste anche inconsciamente in molti miei spettacoli... |
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“New York e il mistero di Napoli” Recensione di Adriano Aprà
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“Viaggio nel mondo di Gramsci”; viaggio, mondo, Gramsci. Si viaggia: come il cinema (o il video, non c'è differenza sostanziale) ama fare da sempre; il mondo: ovvero tutto, su questa terra: mondo mentale ma anche spaziale e temporale; e poi, finalmente nominato, Antonio Gramsci: a cui tutto, del film, ruota attorno |
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Il popolo, il teatro, la cultura Intervista a Dario Fo di Silvia Disegni
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Gramsci ha veramente preso coscienza di questa cultura popolare mentre stava in prigione. Analizzando le canzoni popolari, egli diceva qualche anno prima, si poteva notare che la cultura dominante adattava la sua propria musica e le sue idee a una cultura più bassa e che quindi questo tipo di cultura bassa era soltanto una copia volgarizzata della cultura alta. |
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L’ironia e il rovescio delle cose Riflessioni su "New York e il mistero di Napoli" di Dario Fo
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Come può la creatività popolare – in tutti i Sud del mondo - diventare leva di una società più avanzata che non corra il rischio, come quella americana, di trasformare l’operaio ieri in un “gorilla ammaestrato” (come volevano il taylorismo e il fordismo), oggi nel consumatore di televisione, che appare piuttosto come un “coniglio ammaestrato”? |
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