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Per Jacques Derrida / 1 Intervista a Maurizio Ferraris di Federico Lijoi
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Semplicemente in questo: l’ermeneutica sostiene che l’interpretazione è infinita, e che anche il dialogo può durare all’infinito. Ma è ovvio che non è così. Non si può né interpretare né dialogare all’infinito, prima o poi, e in genere più prima che poi, viene il momento in cui si deve decidere e scegliere. |
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L'attualità di Hegel Intervista a Walter Jaeschke. di Giorgio Cesarale
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Pochi pensatori hanno con così forza
come Hegel rilevato il carattere storico della filosofia. Per
Hegel la filosofia è il “suo tempo appreso in pensieri”.
Ma pochi pensatori hanno anche così fortemente rilevato
come Hegel, che la filosofia non trascorre allo stesso modo delle
strutture sociali o anche delle religioni e delle tendenze di
stile. |
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Intervista a Emilio Garroni di Isabella Aguilar
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Se non abbiamo compreso nulla, non possiamo neppure raccontare:
il racconto non nascerebbe neppure o, a una comprensione minima,
si articolerebbe soltanto in forma schematica e, più che
ingenua, rozza. Una storia, per essere avvertita come storia,
deve presupporre e nello stesso tempo contenere una comprensione
o più modi di comprensione raggiunti o ipotizzati o ricostruiti
e in ogni caso anche manifestati nel testo. |
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La filosofia come narrazione Intervista a Giovanni Invitto di Isabella Aguilar
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Penso che il narrare abbia un valore al di là della sua
dimensione etica, della sua dimensione consolatoria, o di conforto,
a cui io stesso faccio riferimento. Penso che il narrare sia una
categoria universale che comprende tutte le forme espressive del
soggetto. |
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Heidegger e Leibniz. Intervista a Renata Viti Cavaliere di Federico Lijoi
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Heidegger ha
dato sempre più importanza alla questione della tecnica,
ai cambiamenti epocali, alle scansioni della storia della metafisica
come destino dell’Essere. Si è sempre più
inoltrato per i cammini del pensiero poetante, trascurando a mio
avviso di ribadire le articolazioni necessarie al compito critico,
“politico”, discussivo e comunicativo del discorso
(non a caso in concomitanza con il declino della democrazia in
Germania). |
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Heidegger e il Neokantismo. Intervista a Eugenio Mazzarella di Federico Lijoi
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Credo che in Heidegger, ci sia, sullo
sfondo della sua formazione trascendentale e fenomenologica, un'esigenza
non solo di rigorizzazione fenomenologica della coscienza storica,
ma anche di un suo ancoraggio trascendentale nella "struttura"
del Dasein, probabilmente eccessivo per uno "storico"
nel senso di Dilthey. |
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Heidegger e l'ontologia. Intervista a Costantino Esposito di Federico Lijoi
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Essere
e Tempo, ossia tutto il lavorio, la tessitura che Heidegger fa
della sua ricerca attraverso il grande lavoro delle lezioni accademiche,
delle conferenze, dei saggi (che soltanto successivamente sono
apparsi o confluiti nell’opera maggiore), possiede una segreta
forza di gravità, il tentativo ostinato, cioè, di
pensare l’essere non più nei termini di una presenza. |
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Glauben und Wissen e "ground zero" di Francesco Saverio Trincia
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La posizione di Habermas rivendica positivamente la categoria della riflessione, e la differenza tra fede e sapere che ne consegue. La sua è una posizione antidialettica che Hegel definirebbe "illuministica", se ciò significa quella negatività verso l'assoluto divino che non si sviluppa nel suo "superamento" nell'assolutezza infinita della ragione dialettica ... |
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